Non si placano le polemiche su quello che rischia di diventare “il caso Petrocelli”. Tutto era iniziato con le dichiarazioni palesemente filo-russe rilasciate proprio dal senatore. Affermazioni che a molti sono sembrate eccessive in modo particolare in considerazione del ruolo di presidente della terza Commissione del Senato quella che si occupa di “affari esteri”. Una vicenda finita in discussione presso la Giunta per il Regolamento del Senato.
Un paio di giorni fa, dopo la riunione della Giunta i gruppi facenti parte della terza Commissione hanno deciso in massa di dimettersi (tranne il senatore Dessì, ex M5S ora nel gruppo misto). “La frattura e la mancanza di fiducia venutasi a creare all’interno della Commissione Esteri del Senato tra il presidente e la totalità dei componenti, rappresenta un caso raro nella vita parlamentare del Paese”. Ha dichiarato la senatrice Marinella Pacifico (anche lei del Gruppo Misto). “Una conduzione personalistica, per niente inclusiva fino a divenire improduttiva. È amaro constatare che nonostante le attività di notevole impegno da me svolte, come il ruolo di relatore delle Missioni Internazionali nel 2020 e di componente di diverse delegazioni internazionali, non si sia mai venuto a creare quel clima di condivisione che dovrebbe caratterizzare una commissione così importante. Il raccordo tipico che svolge con il Governo in politica estera, in seguito alle ultime dichiarazioni del presidente, ha creato un pericoloso scollamento tra l’attività parlamentare e quella di Governo. La frattura latente è divenuta insanabile, proprio con le singolari posizioni assunte circa l’invasione militare dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Ritengo che il presidente della commissione Esteri del Senato non possa divergere oltremodo dalle posizioni politiche assunte dalla Camera di appartenenza. Pertanto, diventa inconciliabile per me proseguire questo percorso. E per evitare sovrapposizioni di politica estera con il presidente, ho deciso di rimettere le mie dimissioni”, ha aggiunto la senatrice.
Un gesto simbolico che non sembra essere stato apprezzato dal senatore Petrocelli: “Non convocherò più la Commissione. Non mi sono dimesso, non mi dimetto”, ha dichiarato. E ha annunciato di stare valutando se adire le vie legali e impugnare la la decisione della Giunta per il Regolamento del Senato.
Una guerra di parole (e fatti) per i commenti su un’altra guerra quella tra Ucraina e Russia.