Esistono angeli che di tanto in tanto scendono sulla terra per regalarci un pezzetto d’infinito. Sotto sembianze diverse attraversano i nostri passi spesso diretti verso l’abisso e ci traggono in salvo dal precipizio sul cui fondo c’è solo il deserto dell’anima.
Il Maestro Ennio Morricone, oggi scomparso nel modo lieve con cui ha vissuto, è stato uno di essi.
A differenza di grandissimi altri geni della musica ha avuto a disposizione la magia del cinema per scrivere pagine indimenticabili che hanno rappresentato l’intero pentagramma dei sentimenti umani. Solo William Shakespeare ha saputo fare altrettanto, ma senza l’incanto delle note.
Un’esistenza può essere una sinfonia quando anche dopo la morte essa continua ad accompagnare i nostri momenti più intensi, le nostre passioni più segrete, i nostri sogni più nascosti.
Morricone quei sogni li fatti diventare reali perché visibili oltre che udibili, trasportandoci nella dimensione concreta della narrazione di mille storie che hanno segnato la contemporaneità ed il suo principale protagonista: il cinema.
Il Maestro ha attraversato il novecento e ci ha accompagnato per un buon tratto del XXI secolo, cogliendo tutti i cambiamenti della nostra società, trascrivendo nella nostra anima collettiva un’armonia che non è di questo mondo. Dagli albori della televisione al grande cinema mondiale, ha scritto la colonna sonora di un’epoca, come nessun altro è riuscito a fare.
La sua collezione di Oscar, di Golden Globe, di BAFTA (The British Academy of Film & Television Arts), David di Donatello, Nastri d’Argento non ha precedenti nella storia contemporanea.
Nel 2007, alla consegna da parte di Clint Eastwood del Premio Oscar alla Carriera con la motivazione “ per i magnifici e sfaccettati contributi nell’arte della musica per film”, si rivolse così alla platea del Kodak Theatre di Hollywood:
<< Voglio ringraziare l’accademia per questo onore che mi ha fatto dandomi questo ambito premio, però voglio ringraziare anche tutti quelli che hanno voluto questo premio per me fortemente, e hanno sentito profondamente di concedermelo. Veramente; voglio ringraziare anche i miei registi, i registi che mi hanno chiamato con la loro fiducia, a scrivere musica nei loro film, veramente non sarei qui se non per loro. Il mio pensiero va anche a tutti gli artisti che hanno meritato questo premio e che non lo hanno avuto. Io gli auguro di averlo in un prossimo vicino futuro. Credo che questo premio sia per me, non un punto di arrivo ma un punto di partenza per migliorarmi al servizio del cinema e al servizio anche della mia personale estetica sulla musica applicata. Dedico questo Oscar a mia moglie Maria che mi ama moltissimo […] e io la amo alla stessa maniera e questo premio è anche per lei.» Parole di un uomo innamorato della vita e dell’arte, dedicate alla moglie Maria Travia originaria di quella Sicilia, indimenticabile set di molti dei suoi capolavori, di cui ebbe a dire: << Quello siciliano è un popolo eletto nei migliori casi e nei peggiori e credo che a prevalere sia certamente il suo lato positivo>>
Nel 2012 gli fu conferito a Roma il prestigioso Premio Aquila D’Oro, per la sezione “Musica”, con la seguente motivazione: “Per aver saputo coniugare e diffondere due particolari linguaggi, quello della musica e quello del cinema, facendoli fondere e vivere nella loro completezza, primeggiando come artista in maniera assoluta a livello mondiale, portando così il nome dell’Italia a levature culturali uniche ed inarrivabili“. La verità è che non esistono parole adeguate per commentarne la vita e le opere, soltanto la musica. La sua musica.
Per la prima volta un compositore è stato anche regista e, pur con l’aiuto dei più grandi, ha saputo creare emozioni e visioni straordinarie che ci riscattano dalle nostre miserie quotidiane e ci indicano la strada di possibili redenzioni. Se Beethoven o Mozart avessero avuto a disposizione il cinema, anziché il teatro, non credo sarebbero riusciti a raggiungere ogni angolo del Pianeta, nello stesso modo e con la stessa intensità, parlando alle persone di ogni estrazione sociale e culturale. Ed è stata la sua musica a scavare nei caratteri dei grandi attori che ne hanno interpretato il copione sonoro; i volti degli innumerevoli attori dei film che abbiamo amato non sarebbero stati gli stessi senza quella musica che aggiunge un tocco sublime alla sceneggiatura, entrando potentemente a farne parte.
Nell’anno in cui ricordiamo Federico Fellini, Alberto Sordi e Vittorio Gassman non osiamo immaginare cosa l’arrivo di Ennio Morricone nel Cinema Paradiso dei grandi artisti possa rappresentare.
Sappiamo solo che nel cielo notturno di questa strana estate si è accesa una nuova stella, eterna e luminosissima, che può guidare i nostri passi incerti e le nostre lingue balbettanti, ricordandoci quanto, in ogni circostanza, la vita sia bella e degna di essere vissuta.