Non sempre per trovare misteri bisogna andare lontano: a volte sono davanti a noi. Anzi “sotto” di noi. Uno di questi misteri è quello delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo. Costruite alle fine del 1500 per accogliere i corpi dei frati del convento annesso (prima venivano sepolti in una fossa comune sotto il convento), avrebbero accolto almeno 8000 cadaveri mummificati prima di essere chiuse definitivamente.
La tecnica dei frati era lunga e laboriosa: disponevano i corpi dei defunti in un “colatoio”. Qui, dopo aver asportato gli organi interni, venivano riempiti di paglia o foglie di alloro per favorire il processo di disidratazione. Dopo circa un anno in cui restavano distesi su apposite strutture di drenaggio (dove i tessuti perdevano l’acqua presente e si essiccavano), i corpi dei defunti venivano puliti con un aceto, rivestiti e collocati nel posto loro riservato.
Sorprendentemente ben conservate e scrupolosamente catalogate con dei cartellini, centinaia e centinaia di mummie sono raggruppate per data di decesso o professione (il settore delle vergini, quello dei religiosi, quello dei membri della borghesia etc.). Da sottolineare l’attenzione dedicata alle mummie femminili vestite con i loro abiti da sposa, ricchi di merletti e cuffiette. Il cadavere più antico sarebbe quello di frate Silvestro da Gubbio, morto nel 1599.
Questa sorta di cimitero venne chiuso nel 1880. Agli inizi del Novecento, però, vi furono riposte altre due salme: quella di Giovanni Paterniti, viceconsole degli Stati Uniti (perché?), e quella della piccola Rosalia Lombardo, figlia di una ricca famiglia palermitana e morta di polmonite all’età di due anni. Fu imbalsamata da un noto imbalsamatore dell’epoca, Alfredo Salafia: la famiglia lo pregò di mummificare il corpo della bambina perché “vivesse in eterno”. Lui lo fece ricorrendo a tecniche assolutamente innovative per l’epoca. E grazie a questi sistemi (e all’ambiente ad atmosfera controllata naturalmente) il corpo della bambina si è conservato in modo impressionante. Al punto che oggi è considerata la mummia più bella del mondo.
Ma a sorprendere è anche qualcos’altro. Quello che alcuni definiscono un mistero irrisolto, un giallo, come lo hanno definito i ricercatori inglesi della Staffordshire University guidati dall’antropologo Dario Piombino Mascali dell’università di Vilnius, in Lituania. All’appello, infatti, mancherebbero migliaia di mummie, soprattutto di bambini che secondo i registri scrupolosamente tenuti dai frati cappuccini dovrebbero trovarsi nelle catacombe. Di loro ne rimarrebbero solo poche decine. Dove sono finite le altre? “Probabilmente nelle fosse comuni. O forse c’era una differenza di censo per un rituale costoso, appannaggio di pochi… Ma continueremo a indagare per rintracciare chi manca, per ricostruire stili di vita, abitudini, alimentazione, patologie e cause della morte dei piccoli”, dicono i ricercatori.
Il punto è che ritrovare queste mummie non sarebbe un mero macabro gusto. “Dato che questo rito era riservato principalmente agli adulti – dicono i ricercatori della Staffordshire University – vogliamo capire perché alcuni bambini siano stati oggetto di questo rito. Abbiamo un’idea abbastanza chiara che provenissero dai ranghi più alti della società, ma non sappiamo molto di più sulla salute, sullo sviluppo o sull’identità infantile durante questo periodo. Questo progetto fornirà dati essenziali per determinare a quali bambini è stata concessa questa pratica e per inserirla in un contesto più ampio”. Secondo l’archeologa Kristy Squires analizzare le mummie di questi bambini servirebbe a comprendere i loro stili di vita, le malattie, le tecniche di imbalsamazione e molto altro ancora: “Potremo capire molto dell’infanzia, perfino il modo di concepire la vita in quel periodo facendo nuova luce sulle famiglie che allora potevano permettersi un processo costoso come la mummificazione”.
Per questo i ricercatori stanno cercando di capire che fine hanno fatto le mummie di questi bambini morti in tenera età. Svelare il mistero su che fine hanno fatto la maggior parte di queste mummie servirebbe a risolvere il mistero di come si viveva da bambini nei secoli scorsi.