Un nuovo scandalo legato ad abusi di pedofili su minori. Ancora una volta a finire sul banco degli imputati sono i preti. Cambia solo il paese: questa volta i casi denunciati si sarebbero verificati in Francia. Tremendi i numeri, peggiori del solito.
Nei giorni scorsi, la commissione indipendente Ciase, istituita nel 2018 dalla Chiesa cattolica francese a seguito di alcuni scandali, ha presentato un rapporto nel quale si parla di 216.000 minori vittime di violenze o aggressioni sessuali da parte di un numero tra 2.900 e 3.200 tra sacerdoti, diaconi e religiosi, tra il 1950 e il 2020.
Un numero spaventoso che potrebbe essere solo la punta dell’iceberg: secondo i membri della commissione si tratta di una “stima minima”. Jean-Marc Sauvé, capo della commissione che ha reso pubbliche le conclusioni dell’indagine, ha detto che il numero delle vittime sale a “330.000 se si aggiungono gli aggressori laici che operano nelle istituzioni della Chiesa cattolica” (cappellani, insegnanti nelle scuole cattoliche, movimenti giovanili e altri). Non c’è da sorprendersi. Lo stesso rapporto pare solo una sintesi estrema dei reati commessi dal clero francese: 2.500 pagine significa nemmeno una per colpevole. Quasi una ogni cento casi di violenza!
Rendendo pubbliche le conclusioni del rapporto, Sauvé, che in passato è stato anche membro del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia Ue, ha parlato di un fenomeno “di natura sistemica”. “Le conseguenze sono molto gravi – ha detto Sauvé -. Circa il 60% degli uomini e delle donne che hanno subito abusi sessuali incontra grossi problemi nella loro vita sentimentale o sessuale”. Circa l’80% delle vittime sarebbe di sesso maschile.
Dopo aver letto i risultati dell’inchiesta, il presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, ha dichiarato: “Siamo allibiti, le loro voci ci stanno scuotendo, il loro numero ci affligge. Desidero chiedere perdono, perdono a ciascuno di voi”. Anche Papa Francesco ha parlato degli abusi sessuali sui bambini da parte del clero cattolico francese. “Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per il trauma che hanno subito”, ha detto durante la sua udienza settimanale in Vaticano. Un gesto inevitabile dopo che erano state messe a nudo le dimensioni devastanti del fenomeno. “Prego e preghiamo tutti insieme – a te Signore la gloria, a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna”. Poi, come al solito, per invogliare le vittime a “perdonare”, la commissione ha sollecitato la concessione di un risarcimento per le vittime e un’azione forte da parte della Chiesa.
Dolore, stupore, sorpresa. E poi, scuse formali e pochi spiccioli per chiudere la bocca ad adolescenti la cui vita è stata rovinata per sempre. Possibile che ci sia ancora qualcuno che crede che non si tratta di un problema diffuso e globale? Un rapporto pubblicato l’anno scorso in Gran Bretagna riporterebbe oltre 900 denunce e 3.000 casi di abusi sessuali su minori in Inghilterra e Galles tra il 1970 e il 2015. E a Luglio 2021, la Chiesa cattolica polacca aveva pubblicato le denunce per presunti abusi sessuali per mano del suo clero: 368 tra il 2018 e il 2020, per presunti abusi da parte di oltre 290 sacerdoti e altre figure religiose (casi risalenti al 1958 e per 173 di essi riguardanti bambini di età inferiore ai 15 anni).
Nel presentare il rapporto sugli abusi sessuali in Francia, Philippe Portier, sociologo della commissione, aveva avvertito che sentire quei numeri “non sarà facile per nessuno”. Olivier Savignac, dell’associazione delle vittime Parler et Revivre, (Parla e rivivi), ha aggiunto che “avrebbe avuto l’effetto di una bomba”. In effetti i numeri contenuti sono pazzeschi: su un totale di 115.000 sacerdoti e religiosi che hanno esercitato durante i 70 anni oggetto delle ricerche ad aver commesso violenze sarebbero tra il 2,5% e il 2,8%.
Numeri spaventosi che indicano come spesso, dietro l’altare o nelle sacrestie, si nascondono criminali della peggior specie. Ben sapendo che, nel peggiore dei casi, per loro ci sarà solo un trasferimento o poco più. Poco, troppo poco per aver rovinato la vita di centinaia di migliaia di adolescenti. Esemplare il caso di, Bernard Preynat, 75 anni, prete cattolico francese deposto. Per aver abusato sessualmente di boy scout di età compresa tra i sette e i 14 anni tra il 1971 e il 1991 è stato condannato a cinque anni di carcere. Ma in realtà il suo comportamento era noto dal 1991, quando venne denunciato la prima volta. Successivamente, al sacerdote venne impedito di guidare gruppi scout. Nessuno, però, gli ha impedito di insegnare ai bambini e di ricoprire posizioni autorevoli nelle parrocchie. Almeno fino a quando lo scandalo non è diventato pubblico, nel 2015.
Responsabili non sono solo i criminali: è tutto il sistema di omertà che c’è dietro. Nel 2019, il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, fu condannato a sei mesi (con sospensione condizionale della pena) per non aver denunciato i crimini di Preynat. A gennaio dello scorso anno, però, la corte d’appello ha ribaltato la sentenza, affermando che è vero che Barbarin avrebbe dovuto informare le autorità, ma non era penalmente responsabile per non averlo fatto. Papa Francesco ha successivamente accettato le dimissioni di Barbarin. Oggi, dopo quello che hanno fatto, Barbarin e Preynat sono entrambi a piede libero.
Come la stragrande maggioranza delle migliaia di preti, sacerdoti, diaconi e religiosi che, tra il 1950 e il 2020, hanno violentato centinaia di migliaia di adolescenti. E questo solo in Francia.