Nel centenario della nascita dello scrittore Leonardo Sciascia si comprende quanto il suo respiro sia mondiale e quanto la cultura in Italia abbia avuto nello scrittore siciliano di Racalmuto uno dei rappresentanti con più spessore in assoluto. La sua letteratura, prima di ambientazione classica, approda nel tempo nel genere giallo-politico indagando sui bassifondi criminali e mafiosi.
Nasce l’8 gennaio del 1921 nel paesino di Racalmuto nella provincia di Agrigento. Dopo aver conseguito i suoi studi all’Istituto Magistrale e successivamente alla facoltà di Magistero, senza concludere il corso di Laurea, diventa maestro elementare nel 1949.
A margine di una intensa attività di critico di varie opere, Sciascia scrive nel 1956 il suo primo libro dal titolo “Le parrocchie di Regalpetra” e due anni dopo “Gli zii di Sicilia” inaugurando un sodalizio con la casa editrice Einaudi che gli consentirà la pubblicazione di capolavori immensi come il suo esordio nel giallo sulla mafia “Il giorno della Civetta” del 1961, “Il Consiglio d’Egitto” di due anni dopo e “A ciascuno il suo” del 1966.
Proprio nei turbolenti anni 70 Sciascia matura una forte ideologia politica e il suo impegno lo manifesta inizialmente come consigliere comunale a Palermo e successivamente come parlamentare radicale mantenendo attiva la sua produzione letteraria che vede altre uscite di rilievo come “Il contesto” del 1971, “Il mare colore del vino” del 1973, “Todo modo” del 1974, “La scomparsa di Majorana” e “Candido”.
La sua produzione continua con diversi editori fino a “Una storia semplice” uscito il 20 novembre del 1989 giorno della sua morte.
Scrittore, critico d’arte, drammaturgo e poeta, Leonardo Sciascia ha sempre ricercato la verità navigando in mari impetuosi colmi di bugie e superstizioni. Un maestro intellettuale che ha saputo trascendere la sua appartenenza alla Sicilia espandendo i suoi confini di pensiero a l’Italia intera: «Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia…e sale come l’ago di mercurio di un termometro questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su per l’Italia ed è già oltre Roma», così scriveva ne “Il Giorno della Civetta” pubblicato nel 1961.