I prodotti italiani vengono apprezzati in tutto il mondo e il volume delle ricerche made in Italy su Google è aumentato del 56% negli ultimi quattro anni. Tuttavia, sono ancora poche le Piccole e Medie Imprese che decidono di sviluppare un’attività di internazionalizzazione attraverso gli strumenti digitali. Per accedere ad un processo di internazionalizzazione è necessario un investimento economico iniziale e difficilmente si riescono a raggiungere concreti risultati in breve tempo. L’attualità tecnologica permette alle imprese di ridurre l’investimento iniziale attraverso l’utilizzo dei big data, incrementando le possibilità di un progetto di internazionalizzazione attraverso una strategia di beta testing sui mercati esteri. Esistono degli strumenti che consentono a tutti gli imprenditori di incrementare il digital marketing, ottimizzando il processo di export digitale e il fatturato aziendale. Sviluppare strategie e relazioni digitali tra il Brand e le persone costituisce l’elemento base di una community e genera clienti e consumatori. Quando si parla di social commerce ci si riferisce agli acquisti di gruppo o alle azioni commerciali eseguite con un numero minimo di adesioni per l’attivazione dell’offerta. Una community-commerce è composta da una comunità di utenti in costante interazione sulle piazze d’acquisto dei Marketplace, come se fossero su un social network.
Con una domanda economica interna caratterizzata dalla stagnazione e un’economia nazionale che stenta a decollare, per le aziende è importante promuovere le proprie capacità, servizi e prodotti su nuovi mercati, dove vendere genera una crescita del fatturato oppure permette di trovare e contrattare l’acquisto di materie prime a costi più accessibili. I big data aiutano a ridurre l’investimento e ad aumentare le possibilità di riuscita di un progetto di internazionalizzazione nato da una strategia di beta testing sui mercati esteri. Importante è comprendere l’impatto del digitale sulla vita e la crescita dell’azienda.
Tra gli strumenti digitali più importanti ritroviamo “Market Finder”. Tale tool digitale consente di far conoscere le attività commerciali e la diffusione dei prodotti in nuovi mercati. Lo strumento gratuito di Google consente di identificare i nuovi potenziali mercati, scoprendo informazioni operative utili e iniziare a vendere prodotti e servizi ai clienti in vari mercati del pianeta. Accanto a “Market Finder” è utile adoperare un altro strumento digitale importante e gratuito per valutare le attività dei principali competitor sui mercati esteri. La piattaforma digitale “Similar Web” consente di comprendere la tipologia di “internazionalizzazione digitale” da intraprendere e il traffico di entrata sul proprio website proveniente dai mercati esteri.
L’analisi e l’utilizzo degli strumenti digitali aiuta a capire che prima di avviare una qualsiasi strategia di testing per la conoscenza e comprensione dei mercati esteri è necessario avere una precisa valutazione del Key Performance Indicator (KPI) per definire, dall’inizio, la strategia da intraprendere e capire immediatamente l’andamento della propria azione digitale. Un indicatore chiave di prestazione permette di misurare il volume del lavoro del processo intrapreso, valutare la qualità dell’output di processo, in base a determinati standard come la soddisfazione del cliente, gli indicatori di costo e gli indicatori di servizio o di tempo che analizzano il tempo di risposta, a partire dall’avvio del processo fino alla sua conclusione. Il KPI consente di identificare un obiettivo numerico preciso, che può essere analizzato, da raggiungere entro un quadro temporale identificato in precedenza. Solitamente i KPI vengono determinati da un analista, che esegue un’analisi dei processi, a partire quindi dall’esigenza dei vertici, consentendo, per le imprese interessate all’export e all’internazionalizzazione, di coniugare l’attività digitale con quella dell’export e potenziando le figure quadro all’interno della propria struttura aziendale.