Mentre si recava al lavoro con la sua Fiat 125 special, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Vittorio Occorsio il 10 luglio 1976 veniva assassinato con trentadue colpi di mitra sparati dal neofascista Pierluigi Concutelli, appartenente al Movimento Politico Ordine Nuovo. Le assidue indagini del sostituto procuratore della Repubblica Occorsio lo portarono a scoprire legami forti tra massoneria, sequestri e apparati deviati del Sifar.
L’insegnamento da trarre dalla sua figura porta alla consapevolezza di quanto siano importanti e decisivi alcuni ruoli all’interno della società che garantiscono la legalità e un assetto istituzionale in contrapposizione alle campagne denigratorie troppo spesso in atto che provano a sminuire alcune professioni come docenti, magistrati e altre legittimandone dubbi e credibilità in un pericoloso di proliferazione dell’ignoranza, di perdita di fiducia nelle istituzioni in un malsano percorso verso un caos inammissibile da scongiurare.
Nelle parole di Vittorio Occorsio si traggono spunti preziosi da assimilare per una maggiore comprensione del suo operato e del suo pensiero: “Nella nostra Repubblica democratica non c’è posto per chi vuole riportarci al fascismo. I Movimenti del tipo di Ordine Nuovo devono essere messi fuorilegge. D’altro canto gli stessi dirigenti di questa organizzazione sapevano di essersi messi contro la legge; non si spiegherebbe diversamente il motivo per cui hanno agito in clandestinità…. Possiamo ammettere che il regime democratico venga criticato ma non possiamo consentire che vive un partito che vuole abbattere la democrazia. La violenza che fu tipica del fascismo è stata ripresa da Ordine Nuovo come metodo di lotta politica e abbiamo episodi di teppismo, di pestaggi e di devastazioni come risulta dai rapporti della polizia.”