Quello in corso a Pollica, capitale della Dieta Mediterranea riconosciuta dall’UNESCO, risulta essere un vero e proprio “Food Theatre”, con un calendario di nove appuntamenti per raccontare il territorio. Racconti, immagini, musiche e testimonianze capaci di trasmettere i valori della mediterraneità e celebrare gli eroi locali seguiti da una cena, che diviene una vera e propria “Experience”, con cinque portate intervallate da dibattiti ed interventi a cura di agricoltori, chef, esperti e ricercatori, interpreti e veri ambasciatori che rappresentano le filiere più iconiche del territorio.
Tra gli importanti appuntamenti di questa estate cilentana, le iniziative di Pollica e del Future Food Institute hanno consentito al pubblico locale e ai turisti di poter viaggiare nel gusto, dalle innovative pratiche di allevamento, all’innovazione e senza dimenticare il riconoscimento UNESCO della transumanza. Grazie a Silvia Chirico della Tenuta Chirico e Mariacarmela di Feo dell’Azienda Agricola l’Arenaro, il pubblico ha potuto scoprire e apprendere la storia dell’allevamento del Cilento. Comprendere la storia delle aziende del Cilento legate all’allevamento e all’innovazione contemporanea di tale pratica aiuta a comprendere l’importanza di valorizzare tali tradizioni. La Tenuta Chirico è un’azienda agricola e zootecnica a carattere familiare ubicata nel Comune di Ascea, nelle vicinanze del Parco Archeologico di Velia, terra prediletta dai filosofi Parmenide e Zenone. L’aria che si respira nelle terre della Tenuta Chirico è quella delle colline di macchia mediterranea, propria del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, olezzante di mirto, di lentisco, di finocchietto selvatico e di ginestra; il mirto nelle mani di abili casari veste la mozzarella cilentana. La Tenuta Chirico offre, e seleziona i prodotti migliori della Filiera agricola Italiana. Un posto di rilievo è da riservare, infine, alla produzione artigianale di yogurt, gelati e torte gelato tutti esclusivamente con il latte di bufala e materie prime di altissima qualità, quali, per esempio, Pistacchio di Bronte, Olio extravergine di Oliva, frutta fresca di stagione e l’amatissimo fico bianco del Cilento. Invece, l’Azienda Agricola l’Arenaro alleva una sessantina di capre cilentane dando risalto ad una tradizione antica ed economicamente importante per il territorio cilentano.
Il latte di capra oggi è molto più apprezzato che nel passato, perché è ritenuto più digeribile e ricco di calcio rispetto a quello vaccino. Per produrre il formaggio, il latte deve essere riscaldato fino all’ebollizione e lasciato poi raffreddare in modo naturale fino a 37 gradi circa. A questa temperatura si aggiunge il caglio di capretto. “La caratteristica del formaggio di capra ed in particolare del cacioricotta è che si presta molto bene a delle pietanze a base di ripieni tipici del territorio. Mi piace divertirmi ad aromatizzarlo con erbe aromatiche tipiche del Cilento oppure con pistacchi di Bronte, pomodori secchi, uvetta passita, zafferano e pepe nero, la stagionatura varia da pochi giorni a qualche mese per quanto concerne quello a latte crudo”, ribadisce durante i suoi incontri Mariacarmela di Feo dell’Azienda Agricola l’Arenaro. La serata è stata l’occasione anche per rilanciare e ricordare una pratica antica, emozionante, che conserva intatto il suo fascino, con le mucche che marciano per chilometri. Le mucche della transumanza cilentana sono le podoliche, hanno una capacità di adattamento unica, mangiano di tutto e vanno veloci anche su terreni scoscesi. Fanno poco latte ma la qualità è impareggiabile. La Transumanza è una antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi. Tale tradizione affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali. D’altronde, l’Italia, nell’ottica della valorizzazione dei prodotti e dei mestieri tipici, ha candidato la transumanza a patrimonio culturale dell’umanità all’Unesco. Nel 2019, il Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco, allora riunitosi in Colombia a Bogotà, approvò all’unanimità l’iscrizione della pratica della Transumanza nella Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità dell’Unesco e la Campania diviene la Regione “record di riconoscimenti mondiali”: la Transumanza è divenuta il decimo riconoscimento per la Campania, dopo i riconoscimenti per la Dieta Mediterranea, l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, le Macchine a spalla di Nola, il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, Pompei ed Ercolano, la Costiera Amalfitana e il Parco Nazionale del Cilento. Grazie al Comune di Pollica e al Future Food Institute, cittadini, turisti, amanti del Cilento e appassionati di agricoltura e allevamento sostenibile stanno raccogliendo il racconto e i profumi di un Cilento rurale che continua a conservare il suo animo più puro ed i suoi gusti autentici che meritano di essere conosciuti in tutta Italia e divenire una calamita per i numerosi turisti provenienti da tutto il mondo.