Dannato è quel popolo che ha bisogno di eroi. L’Europa ha un nuovo simbolo e proviene dal Paese che in queste ore subisce l’aggressione dell’invasore russo e chiede ad alta voce di essere accolto nella casa europea anche se l’Europa stessa tace.
Volodymyr Zelensky è stato catapultato dalla Storia nel ruolo dell’antagonista di Putin, divenendo un’icona della resistenza, ispirazione per l’Europa e l’Occidente, indomito difensore di una civiltà assediata dal nemico autoritario e assassino. Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj, nasce il 25 gennaio del 1978, a Kryvyj Rih, una città posta nella parte sudorientale dell’Ucraina, da una famiglia di origine ebrea e di madrelingua russa.
Laureatosi in giurisprudenza nel 2000 presso l’Università Economica Nazionale di Kyiv, fin dal 1997 inizia a lavorare come attore e sceneggiatore nello studio cinematografico “Kvartal 95 Club”, da lui stesso fondato, e di cui diventerà il direttore artistico nel 2003. Il popolo ucraino vede in lui una persona capace di innovare le vecchie istituzioni dello stato e spingere il Paese verso l’Europa e la modernità.
Sulla scia del grande successo popolare, Zelensky decide di fondare il suo partito politico e, a sei mesi dalle elezioni presidenziali del 2019, annuncia la sua candidatura, supportato anche dall’opinione pubblica dell’Ucraina grazie a dei sondaggi di gradimento e vincendo, con oltre il 70% delle preferenze, sia il primo turno elettorale che il ballottaggio del 21 aprile del 2019 contro Petro Poroshenko.
In molti erano pronti a scommettere che la sua presidenza sarebbe stata caratterizzata da gaffe ed incidenti diplomatici e, invece, il mondo ha conosciuto un presidente che indossata la mimetica, che si sarebbe trovato ad affrontare la più grave minaccia all’integrità del proprio Paese dal giorno della sua proclamata indipendenza dall’Unione Sovietica. Un presidente moderno, filo-atlantista e filoeuropeista.
Il Presidente ucraino è stato a lungo snobbato dall’opinione pubblica internazionale, condizionata dalla fama conquistata più sui set televisivi che non nei banchi del Parlamento. Zelensky sembra avere confermato la sua vocazione a porsi come guida del popolo ucraino, creando un legame indissolubile con la sua gente.
I suoi appelli stanno scaldando il cuore del popolo ucraino e dell’intera Europa e migliaia di volontari si sono presentati presso le ambasciate ucraine in vari Paesi europei in attesa dei documenti necessari per partire. Sembra ormai certo che lo stesso Putin sia rimasto spiazzato da un tale ardore patriottico, condiviso da tutta la popolazione ucraina, e abbia deciso di destituire, se non peggio, Zelensky. La patria europea ha molto da apprendere e molto da fare, politicamente parlando.
Questa criminale aggressione, preordinata da tempo ed eseguita con costanti inganni dal Presidente Putin, richiede una decisione immediata, forte e impegnativa da parte dell’Europa: come sostenuto da un appello del Partito Radicale, all’Ucraina deve essere riconosciuto, immediatamente, lo “status di paese candidato all’adesione all’Unione europea” con tutte le prerogative che ciò comporta per il legittimo Governo e le legittime istituzioni democratiche che in questo momento guidano il paese.
Questo è un prezioso contributo politico che in queste ore l’Europa può fornire ai cittadini di un paese in cui il fuoco europeista arde sempre. In una dichiarazione congiunta dei presidenti di Polonia, Slovenia e Lituania si afferma che l’Ucraina merita lo status di candidato all’Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e i suoi omologhi polacchi e lituani, Andrzej Duda e Gitanas Nauseda, si sono incontrati il 23 febbraio a Kiev per discutere della crisi e riaffermare la loro solidarietà. “Dati i notevoli progressi nell’attuazione dell’accordo di associazione e delle riforme interne, nonché le attuali sfide alla sicurezza, l’Ucraina merita lo status di candidato all’Ue e Lituania e Polonia la sosterranno nel suo cammino per raggiungere questo obiettivo”, si leggeva nella dichiarazione congiunta.
L’allargamento è lo strumento di politica estera più potente che l’Unione europea ha in mano e il presidente ucraino merita di essere riconosciuto giuridicamente come europeo. La sua presidenza e la sua passione europeista hanno già riscritto la storia della vecchia e statica casa europea.