Auto “verdi”? Case automobilistiche che tengono all’ambiente? Forse. Dopo lo scandalo Dieselgate che costrinse molte case tedesche a pagare una multa milionaria per aver modificato i test sulle emissioni, è scoppiato un nuovo scandalo legato alla sanzione irrogata dall’Antitrust europea.
Secondo la Commissione alcune case automobilistiche tedesche avrebbero “violato le norme antitrust dell’UE colludendo sullo sviluppo tecnico nel settore della pulizia con ossido di azoto”. Per questo sarebbe stata affibbiata loro una multa di 875 milioni di euro a Volkswagen e BMW per collusione con un altro rivale, il proprietario della Mercedes-Benz Daimler. Sanzioni che avrebbero potuto essere molto più salate: la multa di Volkswagen, il più grande produttore mondiale di automobili, è stata ridotta a “solo” 502,362 milioni, una riduzione del 45%, per aver collaborato con l’Antitrust. La Bmw, invece, dovrebbe pagare 372 milioni di euro. Anche in questo caso, molto meno della somma iniziale che ammontava a oltre un miliardo di euro. Daimler, invece, non pagherà nemmeno un centesimo: ha beneficiato dell’immunità totale, a fronte di una multa di circa 727 milioni di euro, per “aver fatto la spia” denunciando l’esistenza del cartello alla Commissione.
Secondo la Commissione, le case automobilistiche avrebbero tramato per cinque anni per ritardare l’uso di tecnologie più efficienti per rimuovere gli ossidi di azoto aggiungendo urea (una sostanza chimica trovata nelle urine dei mammiferi che viene venduta come “AdBlue”) ai gas di scarico. Un processo che riduce drasticamente le emissioni diesel, ma anche le prestazioni dei motori.
Daimler, BMW e Volkswagen, oltre ai marchi Audi e Porsche di VW, si sarebbero scambiati informazioni sulle dimensioni dei serbatoi di AdBlue per non doversi preoccupare di competere tra loro per avere motori più puliti, secondo la commissione. Secondo i tecnici di Bruxelles, le case automobilistiche avrebbero tenuto riunioni tecniche regolari per discutere lo sviluppo della riduzione catalitica selettiva, tecnologia che elimina le emissioni nocive di ossido di azoto (NOx) dalle auto diesel attraverso l’iniezione di urea (chiamata anche “AdBlue”) nello scarico flusso di gas. Durante questi incontri, e per oltre cinque anni (dal 2009 al 2014), le aziende avrebbero collaborato per evitare la concorrenza in questa area senza portare avanti l’azione di ‘pulizia’ migliore nonostante la tecnologia fosse disponibile.
È la prima volta che la Commissione conclude che la collusione sullo sviluppo tecnico equivale a un cartello. L’Antitrust precisa che non ci sono indicazioni che le parti abbiano coordinato l’uso di dispositivi di manipolazione illegali per eludere i test normativi (come nel precedente scandalo).
Secondo Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile della politica di concorrenza: “Le cinque case automobilistiche Daimler, BMW, Volkswagen, Audi e Porsche possedevano la tecnologia per ridurre le emissioni nocive oltre quanto richiesto legalmente dagli standard di emissione dell’UE. “Ma hanno evitato di competere sull’utilizzo del pieno potenziale di questa tecnologia per pulire secondo standard più elevati rispetto a quanto richiesto dalla legge”.
I gruppi hanno replicato alla notizia in modo blando. Un portavoce di Daimler ha osservato che la commissione non ha riscontrato alcuna prova di collusione nell’uso di dispositivi di manipolazione vietati. Volkswagen, dal canto suo, ha detto che forse presenterà ricorso dopo aver esaminato gli atti dato che “i clienti non sono mai stati danneggiati”. Quanto a BMW è stata contattata per un commento, ma ancora non ha assunto una posizione chiara.
Queste multe sono solo l’ennesimo, durissimo colpo all’industria automobilistica tedesca legato all’inquinamento, dopo lo scandalo imbroglio “Dieselgate”, (Volkswagen e Daimler avevano aggiunto software, noti come dispositivi di manipolazione, per far apparire minori le emissioni durante i test di ossidi di azoto dannosi per la salute umana).
“Non ci si può fidare delle case automobilistiche per ripulire le auto”, ha dichiarato Julia Poliscanova, direttore senior per i veicoli e la mobilità elettrica presso Transport & Environment, un gruppo di campagna con sede a Bruxelles. “Prima hanno imbrogliato sui test delle emissioni, poi si sono accordati per ritardare i veicoli più puliti anche se avevano la tecnologia. Solo un obiettivo dell’UE di passare al 100% di auto a emissioni zero entro il 2035 sarà sufficiente per decarbonizzare entro la metà del secolo ed evitare la catastrofe climatica.
Scandali legati alle auto diesel che vanno avanti da anni tra polemiche sull’effettivo risparmio ambientale delle auto ibride (secondo molti, a conti fatti l’impatto sull’ambiente sarebbe non così vantaggioso) e sanzioni milionarie.
Ora il futuro appare sempre meno chiaro. Le vendite di benzina e diesel saranno vietate dal 2035 nel Regno Unito, ma l’UE non ha ancora fissato una data obiettivo per un divieto totale valida in tutti i paesi dell’Unione.
E molte case automobilistiche avrebbero anche lanciato una campagna per cercare di ritardare la fine delle vendite di auto con motore a combustione interna, compresi i diesel…