Anche in Italia si inizia a parlare del rischio di crisi alla sicurezza, successiva agli attacchi del gruppo armato del Polisario, nella zona cuscinetto di Guerguerat, al confine tra Marocco e Mauritania e dove l’ONU svolge un ruolo di sorveglianza per il cessate il fuoco, secondo gli accordi del 1991.
Una minaccia alla stabilità della regione che è già scossa dagli atti di terrorismo, dal traffico internazionale di droga e dalla radicalizzazione islamica. Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, il blocco del passaggio e della libera circolazione civile e commerciale da parte dei separatisti del Polisario, l’interruzione dei collegamenti tra la frontiera del Marocco e la Mauritania, le provocazioni continue contro i membri della missione ONU costituiscono una violazione degli accordi del cessate il fuoco e una chiara violazione della giurisprudenza internazionale in particolare delle ultime cinque risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.
Il Polisario, sostenuto dall’Algeria, continua ad intraprendere iniziative in violazione della legalità internazionale, con appelli alla guerra, una campagna di comunicazione contro il Segretario Generale dell’Onu e la missione delle Nazioni Unite, la Minurso, continuamente oggetto di attacchi e provocazioni da parte dei separatisti. Il gruppo armato sembra non aver accettato le regole del diritto internazionale e gioca con il fuoco.
Per gli osservatori internazionali, questi attacchi frontali a Guerguerat arrivano in rappresaglia alle risoluzioni dell’Onu che ha ribadito la soluzione politica come unica via per risolvere questa controversia regionale, dando preminenza all’iniziativa marocchina di autonomia. Un’azione suicida nel vano tentativo di nascondere e deviare l’attenzione internazionale dalla drammatica situazione umanitaria della popolazione negli accampamenti algerini di Tindouf, illudendoli con 40 anni di false promesse di un utopico referendum sepolto molto tempo fa dall’ONU poiché impraticabile e in favore di una soluzione politica.
Provocazioni, secondo molti osservatori, che nascondono in realtà la crescente frantumazione e debolezza del gruppo separatista sostenuto dall’Algeria, che sta vivendo una profonda scissione guidata dall’ex Ministro Haj Ahmed, leader del “Movimento Sahrauoi per la pace”, che raggruppa popolazione sahrawi dei campi di Tindouf e del Sahara marocchino, per chiedere una transizione verso una soluzione politica così come definita dalla proposta di autonomia avanzata dal Regno del Marocco. Ricordiamo che le ultime cinque risoluzioni del Consiglio di Sicurezza chiedono e pretendono il rispetto da parte del Polisario del cessate il fuoco. Inoltre, le risoluzioni chiedono di astenersi da ogni atto destabilizzante per il processo politico in corso.
Le risoluzioni Onu hanno anche stabilito il ritiro immediato delle milizie separatiste dalla zona cuscinetto di Guerguerat. Il Marocco continua a chiedere alla comunità internazionale di intervenire con forza e riconoscere a livello globale, facendo le dovute pressioni, l’azione destabilizzante praticata dai miliziani del Polisario e invocando il ritiro immediato di tutti i paramilitari che continuano a praticare azioni di sabotaggio attivo nella zona cuscinetto al confine tra Marocco e Mauritania.
Assumere una posizione decisa in merito alle molteplici implicazioni della situazione sulla pace e la sicurezza nelle nostre immediate vicinanze e nel Mediterraneo. Anche nel nostro paese, la società civile italiana si è mobilitata e recentemente è stata diffusa l’importante notizia dell’appello lanciato dalla Fondazione “Calabria Roma Europa” in sostegno della risoluzione 2548 sul Sahara, sancita da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
La Fondazione “Calabria Roma Europa”, che raggruppa più di 180 comuni, ha subito ricevuto sostegno unanime da numerose realtà associative, istituzionali e organizzative della nostra Penisola. L’appello delle organizzazioni italiane è un invito al Governo per un’azione politica al fine di trovare una soluzione alla controversia regionale sul Sahara ispirata all’iniziativa di autonomia proposta dal Marocco nel 2007, considerata “seria e credibile” dalla comunità internazionale e chiedendo di interessarsi alla situazione drammatica dei diritti umani che vige negli accampamenti di Tindouf.
attivisti delle organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani chiedono alle istituzioni di informarsi e informare la cittadinanza sulla sorte degli aiuti umanitari forniti dall’Italia e dirottati dai rappresentanti ed esponenti del Polisario a loro personale vantaggio, così come è stato denunciato dal Parlamento europeo e da numerose organizzazioni internazionali.