Negli anni ’80, i paesi membri delle Nazioni Unite si resero conto dell’importanza della “famiglia” come base per la convivenza sociale. Per questo, nel 1983, la Commissione per lo sviluppo sociale chiese al Segretario Generale delle NU di fare qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi su questo tema e sui modi per risolvere i problemi delle famiglie (1983/23).
Ci vollero due anni, ma alla fine, il 29 Maggio 1985, con la risoluzione 1985/29, il Consiglio invitò l’Assemblea Generale a dedicare una giornata al tema “Famiglie nel processo di sviluppo”. La decisione finale richiese altri quattro anni: solo il 9 Dicembre 1989, con la risoluzione 44/82, l’Assemblea Generale proclamò l’Anno Internazionale della Famiglia e, nel 1993, dopo altri quattro anni, l’Assemblea Generale con la risoluzione A/RES/47/237, decise di proclamare il 15 Maggio Giornata Internazionale delle Famiglie. Una giornata pensata per promuovere la consapevolezza dei problemi relativi alle famiglie e per aumentare la conoscenza dei cambiamenti sociali, economici e demografici.
Le politiche familiari sono un pilastro delle politiche pubbliche nazionali e il veicolo più significativo per i governi per influenzare il tenore di vita delle generazioni future. Nell’ambito del raggiungimento delle ambizioni globali degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile o SDGs le politiche familiari svolgono un ruolo importante.
Da quando è divenuta ufficiale, la Giornata Internazionale delle Famiglie è un momento di festa e di riflessione al tempo stesso. Un’occasione per riflettere su alcune delle sfide che le famiglie di tutto il mondo devono affrontare ogni giorno. E sui cambiamenti in atto. Nel mondo, il 65% di tutte le famiglie è composto delle coppie che convivono con figli di qualsiasi età (38%) o da coppie che convivono sia con i figli che con i nonni (27%). Le famiglie monoparentali costituiscono l’8 % del totale e sono per lo più composte delle donne single con figli (84 %).
Diversa la situazione dell’Africa sub-sahariana e centrale e meridionale o in Asia, dove quasi un terzo di tutte le famiglie sono famiglie “allargate”, ma questa percentuale è in netto calo. Questo insieme al crescente numero di famiglie monoparentali hanno richiamato l’attenzione sul problema della “protezione sociale”.
Non mancano anche altri problemi. Come la povertà dilagante, la mancanza di assistenza sanitaria, l’educazione dei minori e il loro futuro da grandi. Nel mondo, un minore su cinque vive in condizioni di estrema povertà. Il 46 % di loro ha meno di 14 anni. Una forma di privazione dell’infanzia che può portare avere conseguenze pensanti per tutta la vita.
Anche la registrazione delle nascite è un problema tutt’altro che secondario: è un presupposto indispensabile per la rivendicazione dei diritti individuali, compresi quelli sociali di base. Eppure, ancora oggi, meno del 73% dei bambini sotto i 5 anni di età è stato registrato alla nascita (dati 161 paesi dal 2010 al 2018). ma ancora una volta la situazione è ben diversa nell’Africa sub-sahariana dove questa percentuale cresce in modo preoccupante: qui, meno del 46 % dei bambini sotto i 5 anni sono registrati. Sebbene manchino ricerche approfondite, alcuni dati recenti indicano un aumento preoccupante delle famiglie di senzatetto: sono oltre il 20 % della popolazione totale dei senzatetto, con picchi preoccupanti in alcuni paesi “sviluppati” e “ricchi”. In alcuni paesi europei e negli Stati Uniti d’America il 33% della popolazione dei senzatetto è composto da famiglie con bambini. Stessa cosa in Canada (37 %).
Altro tema delicatissimo le famiglie mono-genitoriali. Non tutte le famiglie sono costituite due genitori. Le famiglie tradizionali diminuiscono: la percentuale dei figli che stanno in famiglia con entrambi i genitori (sposati) è scesa dal 73% nel 1960 al 46% di oggi. Solo il 66% degli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni vive con entrambi i genitori. Per contro sono aumentati i genitori single: il numero di famiglie monoparentali è aumentato dal 9% al 26% e anche il numero delle famiglie in cui le coppie scelgono di non sposarsi ma che hanno figli è aumentato al 7%. E 1 padre su 5 è caregiver primario dei bambini in età prescolare. In quest’ottica appare quanto mai importante il ruolo di fratelli e sorelle: nelle famiglie con più di un figlio il 33% del tempo libero è condiviso (fino all’età di 11 anni).
Altro tema rilevante, come ha dimostrato il lockdown conseguenza della pandemia, la possibilità di far ricorso alle moderne tecnologie. Non è un caso se il tema scelto per il 2021 è proprio l’impatto delle nuove tecnologie sul benessere delle famiglie (segue il tema della 59a sessione della Commissione per lo Sviluppo Sociale “Transizione socialmente giusta verso lo sviluppo sostenibile: il ruolo delle tecnologie digitali sullo sviluppo sociale e sul benessere di tutti”). E anche qui i numeri sorprendono. Tra Dad e smart working, smartphone, computer e tablet sono entrati a fare parte della quotidianità delle famiglie. Da semplice strumento di comunicazione o di intrattenimento sono diventati quasi l’unico mezzo per restare in contatto con le persone lontane, con gli amici, con i partenti (si pensi al ruolo importante che riveste la figura del nonno) ma anche una risorsa indispensabile per l’educazione dei figli.
Pur rimanendo chiusi all’interno delle mura domestiche i problemi sono diversi. Per i bambini più piccoli rimanere attaccati tutto il giorno davanti ad uno schermo (specie se piccolo come quello di un cellulare o di un tablet) non è neanche pensabile. In questo caso sono i genitori, la famiglia, che deve fare da filtro, da catalizzatore e al tempo stesso da alternativa. Ma non basta. Dal momento che spesso l’intera mattinata è dedicata alla Dad, è bene che le famiglie facciano in modo che i figli non eccedano con l’uso di altri dispositivi tecnologici. Bisogna porre dei limiti. Questo ovviamente per le famiglie che vivono nei paesi “sviluppati”. E le altre? Qui tra sfruttamento minorile (se ne parla poco ma è una piaga sempre aperta anche sempre più purulenta proprio a causa della mancanza di lezioni in presenza) e violenze domestiche subite o vissute in aumento la situazione di molte famiglie è assolutamente preoccupante. Ma di tutto questo, in molte famiglie non si parlerà. Si preferirà limitare questa giornata ad un momento di relax. Magari anche grazie alla parziale riapertura di tanti giardini e luoghi di svago.
Rimandando tutti i problemi al prossimo anno.