I rifiuti e l’inquinamento marino rischiano di compromettere definitivamente le acque dei nostri mari con danni enormi per l’ambiente e per la filiera ittica nazionale. Molteplici fattori stanno mettendo a repentaglio la biodiversità marina e costiera, e soprattutto il delicato equilibrio su cui regge il suo ecosistema.
Uno fra questi è l’enorme quantitativo di rifiuti sversati in mare, galleggianti o ormai sedimentati nei fondali marini: purtroppo, ancora oggi si stima che oltre 731 tonnellate di plastica entrano nel Mar Mediterraneo ogni giorno. Danni enormi ma non irreversibili se si attuano strategie e pratiche innovative sostenibili, in grado di salvaguardare e tutelare il nostro mare comune. Il progetto FIRM, finanziato nell’ambito del Bando di attuazione Multimisura 1.26 – 1.40 – 5.68 del Programma Operativo afferente al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e della Pesca 2014-2020, fortemente voluto dal D.G. Politiche Agricole, Ufficio Centrale Pesca e Acquacultura della Regione Campania mira a creare le basi per lo sviluppo di una innovativa filiera dei rifiuti marini nella Regione Campania.
Il 17 maggio, presso la Sala Riunioni della Giunta Regionale della Campania, il progetto FIRM sarà presentato dalla responsabile scientifica, Marcella De Martino insieme ad una rappresentanza delle organizzazioni dei pescatori partner del progetto. All’evento, interverranno anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo ed il Direttore Generale per le Politiche Agricole, Maria Passari. Ispirandosi ai modelli di economia circolare, il progetto si focalizza su alcune categorie specifiche di rifiuti (reti da pesca e plastica) e prevede la co-progettazione di una serie di soluzioni innovative in grado di generare valore economico, sociale ed ambientale per l’intero territorio e le comunità locali in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Nello svolgimento della loro attività professionale, le cooperative di pescatori saranno attivamente coinvolte nella raccolta dei rifiuti sull’intera costa campana, che va dal Litorale Domitio fino alla Costiera Cilentana, incluse le isole del Golfo di Napoli.
I rifiuti marini saranno depositati e differenziati in appositi contenitori per la raccolta, in aree opportunamente predisposte dalle amministrazioni comunali che hanno aderito al progetto, per essere successivamente destinati ad un processo virtuoso di recupero e riciclo, trasformando i rifiuti marini in nuovi prodotti per il consumo. Il progetto è un’iniziativa importante che coinvolge tre istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sei Organizzazioni regionali, oltre 250 cooperative di pescatori, più di 15 amministrazioni comunali, e tutte le comunità locali nella salvaguardia e rigenerazione dell’ecosistema marino. Una rete collaborativa che unisce cultura, tradizione ed innovazione, e che parte dalla Campania per aprirsi verso altre sfide, anche nel solco della “Legge Salvamare”, approvata definitivamente in Senato proprio in questi giorni. D’altronde, il progetto è stato patrocinato dall’Associazione MareVivo Onlus, uno dei principali promotori della Legge Salvamare, grazie alla quale il nostro Paese disporrà di uno strumento efficace e concreto, richiesto anche dall’Unione europea, che consentirà ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti invece di scaricarla in mare, azione che prima costituiva il reato di trasporto illecito di rifiuti.
La legge, inoltre, prevede l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la plastica prima che arrivi in mare e si occupa anche di dissalatori, educazione, campagne di pulizia, Posidonia oceanica e campagne di comunicazione.