Si discute molto sulle risorse destinate al Sud all’interno del PNRR,
vediamo cosa affermano i documenti ufficiali inviati a Bruxelles
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato a Giugno 2021 dalla Commissione Europea, ed il 13 Luglio 2021 dal Consiglio, assegnerebbe alle Regioni dell’Italia meridionale una quota di risorse pari a circa 82 miliardi di Euro.
Si tratterebbe del 40 per cento di tutte le risorse territorializzate, ossia con una destinazione specifica rispetto ai territori; il documento ufficiale afferma che l’obiettivo specifico del Piano è di “accompagnare una nuova stagione di convergenza tra Sud e Centro-Nord, per affrontare un nodo storico dello sviluppo del Paese”.
Si afferma anche che non si tratta di un tetto massimo, bensì di un punto di partenza, se le Regioni del Mezzogiorno sapranno sfruttare questa opportunità, la quota del 40 per cento potrà soltanto crescere.
Nel PNRR si legge che le riforme per migliorare la Pubblica Amministrazione ed accelerare gli investimenti, contenute nel Piano, potranno avere un impatto rilevante sul territorio meridionale.
Potranno contribuire ad una migliore efficacia nell’impiego di tutte le risorse, non soltanto di quelle del PNRR, ma anche dei Fondi Strutturali per la coesione territoriale.
Un’altra riforma molto attesa, volta a garantire alle popolazioni del Sud l’effettivo rispetto dei diritti di cittadinanza, è quella che riguarda la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per importanti servizi alla persona, partendo dagli asili nido.
E’ previsto anche un Piano di Azione contro il lavoro sommerso ed investimenti per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia; in modo da potenziare l’edilizia residenziale pubblica, rigenerare le aree urbane, migliorare i servizi socio-culturali e quelli di prossimità.
Nello specifico, vediamo quali sono gli obiettivi fondamentali contenuti nelle sei Missioni che dovranno realizzarsi nel Mezzogiorno.
Missione 1: incidere sulla produttività delle PMI e migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne.
Missione 2: migliorare la gestione dei rifiuti e ridurre l’elevato livello di dispersione delle risorse idriche.
Missione 3: rafforzare le infrastrutture, a partire dalla rete ferroviaria, in riferimento soprattutto alle tratte: Salerno – Reggio Calabria; Napoli – Bari; Palermo – Catania – Messina; Taranto – Potenza – Battipaglia; nonché rafforzare l’intermodalità e la logistica integrata.
Missione 4: migliorare la presenza di asili nido e scuole per l’infanzia, potenziare ed ammodernare l’edilizia scolastica, contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa, creare nuovi centri di eccellenza della ricerca attraverso la nascita di ecosistemi dell’innovazione.
Missione 5: consolidare i servizi essenziali, a partire da quelli socio-sanitari, ed abbattere il divario di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, riformare e potenziare le infrastrutture delle Zone Economiche Speciali (ZES).
Missione 6: superare il divario tra i sistemi sanitari regionali, attraverso la riorganizzazione delle politiche della salute ed investimenti basati sui fabbisogni assistenziali.
I dati ufficiali comunicati dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale sono riportati nella grafica che segue in percentuale rispetto alle risorse territorializzate:
Bisogna ricordare che tra le risorse del PNRR c’è anche lo strumento di risposta rapida alla pandemia ReactEU, che assegna risorse supplementari per gli anni 2021 – 2023 allo scopo di promuovere il superamento degli effetti negativi della crisi sanitaria sull’economia, sull’occupazione e sui sistemi sociali.
Le risorse europee che spettano all’Italia su ReactEU, e per le quali non è previsto il cofinanziamento nazionale, sono in tutto 13,5 miliardi di Euro, di cui 11,3 miliardi da utilizzare già nel corso dell’anno 2021.
Gli interventi individuati nel ReactEU consentono di definire già da ora che una quota del 64,3 per cento di queste risorse sarà destinata al Mezzogiorno, pari a 8,36 miliardi di Euro.
D’intesa con la Commissione Europea, l’Italia ha deciso di concentrare le risorse su un numero limitato di Programmi nazionali di intervento, anche per garantire un utilizzo tempestivo delle risorse, che dovrà completarsi entro la fine del 2023.
Inoltre, una parte delle misure elencate di seguito è già stata realizzata, ed i fondi che arriveranno da Bruxelles andranno a coprire i costi sostenuti dall’Italia.
Nel testo che segue, sono indicati tra parentesi gli importi di competenza delle Regioni del Mezzogiorno rispetto alla dotazione nazionale, a partire dagli interventi per la Salute.
- Spese straordinarie per il personale sanitario per il contrasto alla pandemia: 1.100 milioni (374 milioni);
- Acquisto vaccini: 400 milioni (136 milioni);
- Contratti di formazione per medici specializzandi: 210 milioni (72 milioni).
Gli interventi per l’Occupazione riguardano:
- Fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud: 4.000 milioni (4.000 milioni);
- Bonus assunzioni giovani: 340 milioni (40 milioni);
- Bonus assunzioni donne: 126 milioni (50 milioni);
- Fondo nuove competenze ed altre politiche attive del lavoro: 1.500 milioni (750 milioni).
Gli interventi per l’Inclusione sociale riguardano:
- Sostegno alle persone in condizioni di povertà e deprivazione: 280 milioni (120 milioni);
- Rafforzamento sociale ed occupazionale nelle Città metropolitane: 100 milioni (40 milioni).
Gli interventi per la Scuola riguardano:
- Cablaggio edifici scolastici: 446 milioni (163 milioni);
- Trasformazione digitale della didattica scolastica: 455 milioni (159 milioni);
- Edugreen: laboratori di sostenibilità per le scuole del primo ciclo: 45 milioni (32 milioni);
- Laboratori verdi, sostenibili ed innovativi per le scuole del secondo ciclo: 57 milioni (57 milioni).
Gli interventi per Ricerca ed Istruzione superiore riguardano:
- Sostegno alle famiglie per il pagamento delle tasse universitarie (riduzione ed esenzione per fascia di reddito): 405 milioni (195 milioni);
- Borse di studio per studenti meritevoli ed in condizione di difficoltà economica: 43 milioni (43 milioni);
- Dottorati e contratti di ricerca su tematiche dell’innovazione: 145 milioni (105 milioni);
- Dottorati su tematiche green: 180 milioni (35 milioni);
- Contratti di ricerca su tematiche green: 155 milioni (40 milioni).
Gli interventi per la Competitività per la Transizione riguardano:
- Fondo di garanzia per le PMI: 500 milioni (400 milioni);
- Interventi per la digitalizzazione delle PMI: 300 milioni (180 milioni);
- Interventi per la sostenibilità dei processi produttivi e l’economia circolare: 300 milioni (180 milioni);
- Finanziamento del Fondo Nazionale Innovazione per investimenti in green venture capital: 200 milioni (100 milioni).
Gli interventi per Energia, Ambiente e Clima riguardano:
- Maggiore efficienza energetica degli edifici pubblici: 320 milioni (160 milioni);
- Smart grid: 180 milioni (180 milioni);
- Iniziative per la transizione verde e digitale nelle Città metropolitane: 900 milioni (435 milioni);
- Interventi per la riduzione delle perdite della rete di distribuzione idrica nel Mezzogiorno: 313 milioni (313 milioni).
Senza un rafforzamento immediato della Pubblica Amministrazione in tutto il Paese, ed in particolare nel Sud, non è realistico pensabile di poter utilizzare le importanti risorse disponibili nei tempi contingentati previsti; ed il PNRR prevede una riforma importante della PA da realizzare sin da subito.
In chiusura, gli importi precisi del ReactEU per l’Italia sono pari a 13.000 milioni, di cui 8.359 milioni per il Sud, più 500 milioni per l’assistenza tecnica (AT) sull’intero Programma di intervento; le risorse di supporto per le attività da realizzare non mancano.
Le vicende di queste settimane rispetto al Concorso Coesione Sud devono insegnare che gli esperti e gli specialisti (qui non stiamo parlando di neolaureati) sono sempre preziosi ed a maggior ragione lo sono in questo frangente; pertanto, vanno previsti corrispettivi adeguati alle professionalità maturate, alle esperienze ed alle competenze possedute; davvero è giunto il momento di voltare pagina rispetto ai tagli lineari ed all’approccio riduzionista degli ultimi venti anni con tutti i problemi che questo modo di procedere ha causato al Paese.