Sabato scorso, il premier giapponese Fumio Kishida è rimasto illeso in un attentato contro di lui durante un comizio elettorale nella cittadina portuale di Saikazaki nella prefettura di Wakayama nel Giappone occidentale.
Kishida ha poi continuato il programma elettorale con un comizio alla stazione di Wakayama, e poi nel pomeriggio un altro a Urayasu nella prefettura di Chiba vicino alla capitale Tokyo, senza fare alcun cenno all’accaduto.
Un oggetto cilindrico è stato lanciato da un membro del pubblico nella piazza dove Kishida stava parlando. Non si è ben capito se l’oggetto fosse un ordigno rudimentale o un fumogeno, sebbene la polizia tenda a considerare la prima ipotesi la più probabile.
La polizia ha infatti trovato addosso all’attentatore, Ryuji Kimura, un giovane di 24 proveniente dalla città di Kawanishi nella vicina prefettura di Hyogo, altri due oggetti cilindrici di circa 20-30 centimetri, uno dei quali è esploso durante la cattura senza però causare vittime.
Questo tentativo segue a meno di nove mesi l’assassinio dell’ex-primo ministro Shinzo Abe durante un comizio a Nara, l’antica capitale giapponese, da parte di Tetsuya Yamagami.
Questi due attentati, per quanto scioccanti, non sono episodi isolati. La storia recente del Giappone è punteggiata da attentati contro figure politiche.

[Il premier giapponese Fumio Kishida]
Nel 2007, Iccho Ito, il sindaco di Nagasaki nell’isola di Kyushu, è stato ucciso da due colpi di pistola sparati alla schiena da Tetsuya Shiroo, membro del gruppo yakuza locale Suishin-kai affiliato con la Yamaguchi-gumi la più grande organizzazione criminale del Giappone. I motivi del gesto furono ricondotti ad una vendetta personale a causa di alcuni appalti non concessi ad una società di costruzioni vicina alla Suishin-kai e ad una richiesta di risarcimento per un incidente d’auto che il comune di Nagasaki aveva respinto.
Cinque anni prima, il parlamentare Koki Ishii, membro del Partito Liberal-Democratico, fu pugnalato a morte da Hakusui Ito, appartenente alla Yamaguchi-gumi. Le circostanze dell’omicidio non sono state mai chiarite. Inizialmente, Ito affermò di aver ucciso Ishii perché questi si era rifiutato di pagare il “pizzo,” per poi ritrattare e dire che era stato assoldato per far tacere Ishii perché in possesso di documenti che avrebbero creato uno scandalo, senza però dare ulteriori dettagli. Infine, Ito disse che non sapeva nulla dei documenti compromettenti e rifiutò di dare ulteriori spiegazioni.
Nel 1994, un estremista di destra, Masakatsu Nozoe, sparò dei colpi di pistola contro l’ex-primo ministro Morihiro Hosokawa in un hotel al centro di Tokyo. I colpi mancarono il politico e l’attentatore fu subito arrestato. Nozoe disse che aveva compiuto il gesto per protestare contro Hosokawa che si era pubblicamente scusato per le atrocità compiute dall’esercito imperiale giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel marzo del 1992, il vicepresidente del partito Liberal-Democratico, Shin Kanemaru, fu vittima di un attentato durante un comizio nella prefettura di Tochigi, nei pressi di Tokyo. Hiroshi Watanabe sparò tre proiettili contro il politico che fortunatamente colpirono solo il leggio. Watanabe, che all’epoca dei fatti aveva 24 anni, faceva parte del gruppo di estrema destra Yukoku-Seiwa-Kai, e avrebbe compiuto il gesto per protestare contri il tentativo di Kanemaru di normalizzare le relazioni con la Corea del Nord.