
[fonte foto: ilfattoquotidiano.it]
Le strampalate idee del tycoon della Casa Bianca non fanno più notizia. Dopo aver detto di voler annettere Canada e Groenlandia Trump ha rivolto la sua attenzione verso sud. Qui ha cominciato cambiando sulle carte geografiche il nome con cui è indicata l’area di mare tra la Florida e il Messico: non dovrà più essere chiamato Golfo del Messico ma Golfo d’America!
Dopo l’annuncio del presidente, il Dipartimento degli Interni aveva dichiarato che stava attuando l’ordine esecutivo, ma che le mappe ufficiali del governo non erano ancora state aggiornate dal Geographic Names Information System, o GNIS, che fa parte dell’US Geological Survey. Nei giorni scorsi, però, a confermare che non si trattava di una bufala, è stato un post pubblicato su X dal Segretario degli Interni americano, Doug Burgum, che riportava uno screenshot del sito web dell’US Geological Survey con il nome del Golfo d’America. Il commento al post recitava “È ufficiale!”.
La cosa più grave, però, non sarebbe le singolarità (per usare un eufemismo) di Trump, ma il fatto che alcune grandi aziende si sono precipitate ad assecondarlo. Google ha rinominato il Golfo del Messico chiamandolo Golfo d’America. Per ora, però, pare che questo nome comparirà solo sugli utenti americani della sua applicazione Maps, come ha tenuto a specificare in una dichiarazione. Al contrario gli utenti dal Messico continueranno a vedere l’area indicata come Golfo del Messico. Tutti gli altri utenti vedranno entrambi i nomi: Golfo del Messico per primo, seguito da Golfo di America tra parentesi.
Anche Apple Maps ha mostrato il Golfo del Messico con il nuovo nome. Ma anche in questo caso la modifica pare sarà riservata solo agli utenti a stelle e strisce (almeno per ora).
Inutile dire che la decisione unilaterale del presidente USA ha sollevato critiche e polemiche provenienti dai paesi interessati. Messico e Cuba, paesi con confini marittimi nel Golfo, hanno commentato la vicenda con termini che vanno dallo sconcerto, all’indignazione, fino al riso. “Quell’uomo parla molto e non abbiamo altra scelta che difendere il Messico”, ha detto Remes Sanchez, presidente di un’associazione di pescatori dello stato di Tamaulipas, nella zona a nord-est del Messico. “Sta cambiando il nome di un patrimonio culturale e naturale del Messico dal XVI secolo, quando gli Stati Uniti non erano nemmeno nati”, ha aggiunto. In passato il Golfo del Messico ha avuto molti nomi, da Golfo della Florida a Golfo di Cortés. Eppure pare che esistano prove che storicamente il suo primo nome era proprio Golfo del Messico. Almeno dal 1552. Samuel Truett, professore all’Università del New Mexico specializzato in storia degli Stati Uniti e del Messico, ha definito l’accaduto l’ennesima “presunzione degli Stati Uniti di prendere qualcosa che è stato applicato all’emisfero e rivendicarlo solo per una nazione”.
La critica più arguta alla decisione del tycoon sarebbe arrivata però da una signora di mezza età: la signora Sheinbaum, la quale ha mostrato una mappa del mondo del 1607 nella quale non solo il Golfo del Messico è definito con questo nome, ma il Nord America è chiamato “America messicana”. E questo piùdi un secolo prima della nascita degli Stati Uniti d’America.
Non è la prima volta che i presidenti americani cercano di cambiare il nome ad un luogo riportato sulle mappe geografiche. Il Rio Grande, il fiume che scorre lungo il bordo meridionale del Texas e funge da confine nazionale tra gli Stati Uniti e il Messico è chiamato così solo sul versante settentrionale. In Messico, il nome con cui è noto questo fiume è Rio Bravo.
Al di là dell’ennesima eccentricità del tycoon, quella di voler attribuire un nome ad un luogo non è una scelta da poco. Rinominare un luogo, a volte, può scatenare controversie e scontri tra paesi limitrofi. Un esempio è lo specchio dacqua a sud dell’Iran chiamato Golfo Persico da loro, ma Golfo Persico dall’Arabia Saudita e da alcuni altri Stati arabi. Una controversia da sempre causa di tensioni.