Per mezzo milione di studenti italiani sono iniziati gli esami di maturità. Un momento importante, ma per molti studenti italiani solo un passaggio verso l’iscrizione all’università. Anche qui molte polemiche sulle prove di ammissione all’università, circa la legittimità o meno del numero chiuso.
In altri paesi le cose vanno diversamente. In Cina, per gli studenti che vogliono proseguire gli studi, la prova di accesso all’università è obbligatoria. Per tutti indistintamente. Quest’anno a sottoporsi a questi test saranno oltre 13 milioni di studenti. L’esame di ammissione al college in Cina si chiama “gaokao”. Ed è il più grande test accademico del mondo. Dura due giorni. Le autorità cinesi lo hanno pubblicizzato come “l’esame di ammissione all’università più difficile del mondo”. Quest’anno la competizione sarà ancora più difficile: a cercare di superare i test saranno più di 13,4 milioni di studenti, più dell’anno scorso (12,9 milioni).
Quello del 2024 sarà il più grande “gaokao” mai tenuto in Cina. È il momento di mettersi alla prova dopo anni di preparazione. La posta in gioco è altissima. Per quelli che otterranno un punteggio elevato ci sarà la possibilità di iscriversi in una delle migliori università del paese. Per altri ci sarà la possibilità di iscriversi in una università meno blasonata. Per molti, la maggior parte, per chi non supererà i test, ci sarà il dispiacere di avere perso un anno. E forse l’unica possibilità di entrare all’università. La maggior parte degli studenti ha una sola possibilità di superare questi test. Il gaokao non ha limiti di età ufficiali e teoricamente i cittadini cinesi possono ripeterlo quante volte vogliono (sono innumerevoli le persone che, ambendo ad un futuro roseo, hanno tentato l’esame decine e decine di volte). Ma per chi non supera questo test la prima volta spesso si aprono strade diverse e un futuro che non comprende la continuazione degli studi.
Si tratta di un evento molto sentito in tutto il paese: a Pechino, la polizia si è attivata sin dalle prime ore del mattino per cercare di aiutare a gestire il traffico immenso di persone che si recava presso i siti dove si svolgono gli esami. A Shanghai, i centri di smistamento dei taxi hanno iniziato ad accettare prenotazioni per gli studenti che sostengono l’esame già una settimana prima degli esami. Molti social media cinesi sono stati inondati di messaggi di buona fortuna e incoraggiamento. Per gli oltre 11.000 studenti con disabilità è stata predisposta un’assistenza speciale per garantire l’accesso e la partecipazione all’esame (addirittura per i non vedenti sono state pensate domande in braille!).
Anche se esistono piccole differenze da provincia a provincia, l’esame comprende prove analoghe per tutti (letteratura cinese, matematica e una lingua straniera – nella maggior parte dei casi inglese). Gli studenti provenienti da scuole comparabili con i nostri licei classici saranno chiamati a sostenere test aggiuntivi di storia, politica e geografia. Quelli che hanno scelto scienze, invece, sosterranno test di fisica, chimica e biologia. Contestualmente all’esame gli studenti devono compilare un modulo per elencare, in ordine di preferenza, le università che vorrebbero frequentare. Ogni college ha un punteggio di ammissione ben definito (la Tsinghua, per esempio, ha un tasso di accettazione inferiore a quello di Harvard). Questo significa che soltanto un numero ridottissimo di candidati sarà ammesso. Quelli non ammessi e rifiutati dalle università desiderate potrebbero essere accettati da un’altra scuola – di minor prestigio – in linea con il loro risultato.
Il giorno del gaokao, anzi i giorni visto che le prove sono articolate in più date, in tutta la Cina si respira una sorta di psicosi di massa. Ad essere coinvolti non sono solo gli studenti: spesso anche le famiglie partecipano accompagnando i propri figli fino alla porta dei luoghi dove si svolgono le selezioni. Lo fanno indossando abiti rossi, il colore della vittoria in Cina, e tenendo in mano dei girasoli, considerati un fiore di buon auspicio per il successo scolastico.
Anche se in Italia queste selezioni sono state criticate, in Cina il gaokao è considerato un modo per selezionare i migliori talenti partendo ricorrendo a metodi meritocratici. Resta da capire se questo è sufficiente a compare il gap tremendo che esiste tra le famiglie che vivono nelle grandi metropoli e quelle che abitano nelle zone rurali. O se anche in Cina, le disparità di classe, in teoria anomale in un paese comunista (almeno sulla carta), sono ormai così diffuse che non se ne parla più. Neanche nelle più blasonate università cinesi prese d’assalto da milioni di studenti.