Se c’è una cosa su cui possiamo essere tutti d’accordo, è che i teenagers di oggi vivono circondati dalla tecnologia. Smartphone, tablet, computer e Internet sono parte integrante delle loro vite, praticamente dal momento in cui si svegliano fino a quando vanno a dormire. Ma la domanda che molti si pongono è: quanto sanno davvero di tecnologia? Usano tutti questi strumenti in modo consapevole o semplicemente si lasciano trasportare dall’onda digitale?
In questo articolo cercheremo di capire meglio il rapporto tra i giovani e la tecnologia, andando oltre le apparenze; Il mito del “nativo digitale”: quanto è vera questa definizione?
Siamo abituati a sentire la frase “nativi digitali” riferita ai ragazzi di oggi, come se essere cresciuti con la tecnologia in mano garantisse una conoscenza profonda e automatica. Ma è davvero così? Non proprio. È vero che i teenagers maneggiano con disinvoltura smartphone e app, ma questo non significa necessariamente che sappiano come funziona ciò che stanno usando. Molti di loro utilizzano la tecnologia più che altro per intrattenersi o comunicare, e pochi si preoccupano di capire cosa si nasconde dietro uno schermo.
Parliamoci chiaro: quanti ragazzi conoscono davvero le basi della programmazione, della sicurezza informatica o del funzionamento delle reti? Non molti. Eppure, il mondo dell’informatica è molto di più che saper postare una storia su Instagram o mandare messaggi su WhatsApp in un lampo.
Uno dei problemi principali è proprio la differenza tra saper usare la tecnologia e saperla capire. Certo, la maggior parte dei teenagers sa benissimo come pubblicare video su TikTok o creare un account su un nuovo social. Ma questo non implica una reale comprensione di come quelle piattaforme funzionino dal punto di vista tecnico.
Spesso, i dispositivi e le app che usano sono progettati per essere così intuitivi che non richiedono alcuna competenza tecnica. In un certo senso, questo è fantastico e vantaggioso, ma crea anche una falsa illusione di padronanza tecnologica. Molti ragazzi credono di “saperne” di tecnologia solo perché sanno usarla, ma in realtà si tratta di un uso superficiale.
Detto ciò, ci sono sicuramente ragazzi che dimostrano un interesse genuino per l’informatica. Questi teenagers sono quelli che vanno oltre il semplice utilizzo della tecnologia e imparano a programmare, a capire come proteggere i propri dati online o addirittura a sviluppare software. Magari seguendo tutorial su YouTube, frequentando corsi su piattaforme come Coursera, o sperimentando con strumenti open-source. Giovani che rappresentano una minoranza, ma sono la dimostrazione che, se sfruttata nel modo giusto, la tecnologia può aprire le porte a conoscenze molto più profonde.
Sfortunatamente, in molti Paesi l’insegnamento dell’informatica nelle scuole è ancora piuttosto limitato. Spesso le nozioni tecniche vengono trascurate nei programmi scolastici, lasciando ai ragazzi interessati ad approfondire l’onere di imparare da autodidatta.
Non tutti i ragazzi sono interessati a programmare o capire i dettagli e tecnicismi, e va benissimo così. Molti di loro, però, sfruttano i dispositivi in modo estremamente creativo. Montano video, creano grafica, progettano siti web, e alcuni persino producono musica digitale. Queste attività richiedono comunque delle competenze e spingono i giovani a trovare soluzioni ai problemi che incontrano lungo il percorso. Anche se non rientrano nella categoria dell’informatica pura, queste competenze sono comunque utili e rappresentano un altro modo efficace di usare la tecnologia. Tuttavia, anche in questo campo, una conoscenza di base delle tecnologie parallele e inerenti possono fare la differenza e aiutare i giovani a proteggersi e a lavorare in modo più consapevole.
Uno degli aspetti che preoccupa maggiormente è la mancanza di consapevolezza sulla sicurezza online. Nonostante passino gran parte del tempo connessi, molti ragazzi non comprendono i rischi a cui sono esposti. Cyberbullismo, furti di identità, truffe online e attacchi hacker sono solo alcuni dei pericoli che devono affrontare. Le ricerche mostrano che molti teenagers ignorano le basi della sicurezza informatica: non sanno quanto sia importante avere password sicure; non prestano attenzione ai dati che condividono sui social, e spesso non usano nemmeno antivirus. Questa mancanza di consapevolezza li rende vulnerabili e sottolinea la necessità di una maggiore educazione digitale.
I teenagers di oggi comunque possono contare su un vantaggio straordinario e non indifferente: crescono in un mondo dove la tecnologia è ovunque e sempre a portata di mano. Ma questo non significa di riflesso che ne sappiano davvero sfruttare il potenziale o che comprendano i rischi legati al suo utilizzo.
Si rende necessario quindi integrare l’informatica nei programmi scolastici fin dalle prime fasi dell’educazione; non possiamo aspettarci che i ragazzi imparino tutto da soli e in secondo luogo, va messa in atto una seria attività di incoraggiamento ad usare la tecnologia in modo più consapevole e creativo, infondendo fascino e passione per l’esplorazione dietro ogni cosa che utilizzano quotidianamente.
Non si tratta solo di preparare i giovani a un futuro professionale, ma anche riuscire a motivarli e renderli cittadini digitali consapevoli e informati, capaci di navigare in un mondo sempre più moderno e al passo con il futuro tecnologico.