Il Piano transizione 4.0 ha allargato il suo raggio di azione alle imprese agricole che hanno risposto con estremo interesse alle agevolazioni per l’avvio di investimenti in digitalizzazione, a cui dovrebbero aggiungersi anche i contributi per l’agricoltura di precisione e per il rinnovo automezzi previsti dal Recovery Plan.
Per l’Europa e per le istituzioni italiane diviene sempre più importante dedicare la dovuta attenzione all’aumento della diffusione dell’agricoltura di precisione e delle tecnologie di agricoltura 4.0, che permettono di razionalizzare gli input chimici e idrici e il ricorso alla manodopera, sfruttando i dati acquisiti tramite sensori e satelliti, ma anche al rinnovo del parco automezzi.
In ottica di economia circolare i contributi del Recovery dovrebbero sostenere anche gli investimenti per l’ammodernamento della lavorazione, dello stoccaggio e del confezionamento di prodotti alimentari. I contributi dovrebbero incentivare in particolare gli interventi diretti a migliorare la sostenibilità del processo produttivo, a ridurre o eliminare la generazione di rifiuti e a favorire il riutilizzo a fini energetici. In questo ambito il Recovery individua nel processo di trasformazione dell’olio d’oliva un settore particolarmente interessato dalla misura, alla luce della sua strategicità per l’industria agroalimentare italiana e delle difficoltà sperimentate dagli olivicoltori negli ultimi anni.
L’evoluzione dell’Industria 4.0 da iper-ammortamento a credito d’imposta ha permesso di allargare la platea dei fruitori, soprattutto e in particolare nel settore agricolo, caratterizzato da una fiscalità che non consentiva con il meccanismo dell’iper-ammortamento di coglierne le opportunità, possibili invece col credito d’imposta.
Analizzando la filiera del pomodoro da industria, le tecnologie risultano indispensabili alla gestione delle operazioni colturali fondamentali. Semina e posa dei sistemi irrigui a goccia necessariamente con precisione Gps, al fine di evitare interferenze tra i sistemi durante le operazioni colturali, oltre alla sensoristica di irrigazione di precisione per la gestione dei volumi e dei periodi di irrigazione congrui alle fasi di accrescimento delle piante. In Italia, anche la coltura del riso è immersa nel dibattito sull’innovazione.
Oggi, la maggior parte delle aziende risicole adotta questo genere di strumenti e i motivi di questa penetrazione capillare sono facilmente identificabili nella soluzione alla problematica della mancanza di punti di riferimento durante la semina in acqua. Mentre l’impiego del rateo variabile ha consentito una razionalizzazione nell’impiego di input produttivi evitando le sovrapposizioni. Sostanzialmente, sono necessarie attrezzature per il precision farming e per formare il personale al loro utilizzo. Tali applicazioni riguardano diverse lavorazioni come la concimazione, i trattamenti e la semina. Possono essere eseguite sulla base di mappe di prescrizione oppure mediante il controllo diretto dell’operatrice grazie a sensori a bordo macchina.
Altri vantaggi sono legati alla maggior tempestività nell’esecuzione delle lavorazioni, alla maggior qualità del lavoro svolto e ad un minor affaticamento dell’operatore che deve concentrarsi meno sul mantenimento della traiettoria potendo dedicarsi al controllo della qualità della lavorazione. Inoltre, una possibilità concreta è oggi offerta dai sistemi di mappatura delle produzioni che per mezzo di sensori e grazie alla localizzazione satellitare, riescono a fornire delle mappe sufficientemente precise della variabilità produttiva. Le aree più produttive sono anche quelle che hanno determinato maggiori asportazioni di nutrienti dal suolo e questo risulta particolarmente utile a gestire i piani di concimazione successivi.