Summit, riunioni tecniche, eventi formativi e divulgativi, riunioni collaterali e nuove idee hanno caratterizzato per qualche giorno la città di Firenze, scelta non a caso dalla presidenza di turno del G20 poiché capoluogo di una delle regioni più virtuose nella produzione agricola di vino, olio, frutta, vivaismo, cereali e orticultura, legno, allevamenti di bovini e caprini e trasformazione alimentare. L’umanità si trova oggi ad affrontare ingenti sfide globali, con impatti diretti sulla vita e il benessere della popolazione mondiale. Oggi, più che mai, si rende necessario uno sforzo condiviso di responsabilità e di lungimiranza da parte della comunità internazionale.
Il G20, consapevole del proprio ruolo, è fermamente impegnato nella ricerca di risposte coordinate, eque ed efficaci, capaci di porre le basi per un futuro migliore e sostenibile. La pandemia ha causato danni profondi, incidendo negativamente sui sistemi sanitari, sugli indici di povertà e sull’andamento dell’economia globale, venendosi a sommare alle altre grandi sfide dei nostri tempi, dai cambiamenti climatici alla lotta contro le disuguaglianze. Ha anche evidenziato una lezione essenziale: nell’epoca in cui viviamo, i problemi locali possono rapidamente trasformarsi in sfide globali. Non si può quindi prescindere da soluzioni comuni, che ci consentano davvero di ricostruire meglio, adottando tecnologie e strumenti innovativi per assicurare una crescita più verde e resiliente.
Il professor Angelo Riccaboni, Presidente del Santa Chiara Lab – Università di Siena e Presidente della Fondazione PRIMA – Barcellona,
ha partecipato all’Open Forum sull’agricoltura sostenibile svoltosi il 16 settembre. L’evento, organizzato a latere della riunione dei Ministri G20 dell’Agricoltura ha ospitato nel capoluogo toscano i maggiori stakeholder del panorama agricolo mondiale, fra i quali il Commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, diversi Ministri dei paesi membri del G20, le delegazioni dei Paesi non G20, le organizzazioni internazionali, la società civile e gli agricoltori.
Nell’ambito dei tre temi prioritari promossi dalla Presidenza Italiana del G20, sostenibilità e resilienza dei sistemi agroalimentari, il contributo del G20 all’agricoltura dei Paesi è in ritardo rispetto all’obiettivo fame zero. Nel tentativo di lanciare un importante contributo al G20, organizzando un dibattito preparatorio per il vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione, l’Open Forum è stato dedicato alla sostenibilità dei processi produttivi agricoli e al contributo chiave in termini di sicurezza alimentare, redditività, tutela dell’ambiente, equità sociale ed economica.
Il professor Riccaboni è intervenuto nella seconda delle quattro sessioni programmate, dedicata alla necessità di migliorare i mezzi di sussistenza e la crescita economica, presentando il documento “Uniti nel cibo. Esperienze e impegni delle imprese italiane in vista del Food System Summit”, realizzato nell’ambito del “Tavolo sulle filiere alimentari – Verso il Vertice dei Sistemi Alimentari 2021”, attivato presso il Ministero degli Affari Esteri e presieduto dall’Ambasciatore Giorgio Marrapodi.
I Paesi sono in ritardo con le politiche alimentari e con i processi di sostenibilità e tale ritardo può risultare pericoloso per la democrazia alimentare, la sostenibilità, lo sviluppo sostenibile e la lotta alla fame nel mondo. “Il G20 Agricoltura ci pone drammaticamente di fronte ad una realtà piena di paradossi, iniquità, sacche di insostenibilità, crisi climatica e, come ha sottolineato il Premier Draghi, ritardi nel raggiungimento degli obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030. Le soluzioni esistono già. Future Food Institute ci sta lavorando da un decennio ed è tempo che tutti gli operatori della filiera le implementino. Innovazione, educazione, costruzione di comunità consapevoli, resilienti e prospere, cambiamento di una mentalità ancora fortemente egosistemica, in una ecosistemica, nuove metodologie di pianificazione strategica incisiva e nuovi modelli di ecologia integrale. Da quest’anno, abbiamo fondato un Campus internazionale a Pollica (SA) che è una piattaforma tangibile di sperimentazione di tali principi e modelli. Stiamo inoltre lavorando con UNIDO ITPO Italy e FAO alla Food Coalition e crediamo che nessuno dovrebbe sentirsi escluso dalle sfide urgenti emerse anche dal G20 Agricoltura, la cui risoluzione non è insita solo nel pubblico o nelle politiche dei grandi della Terra, ma anche negli investimenti dei privati e negli sforzi collettivi della intera Humana Communitas. La finanza sostenibile di cui ha parlato il Ministro Cingolani è un tassello essenziale, di un approccio sistemico ed olistico dove dovremmo abbattere le barriere dei singoli e degli interessi dei pochi, e guardare all’insieme dei sistemi agroalimentari, così cruciali anche per la crisi climatica in corso”, ha recentemente dichiarato Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute.