Alla luce delle priorità dell’Uzbekistan, che ha posto un forte accento sull’ammodernamento e sull’acquisizione di nuove tecnologie, il mercato locale offre interessanti opportunità per le imprese italiane. I principali settori di interesse per il nostro export sono la meccanica strumentale, l’impiantistica e i beni di consumo. Recentemente, l’Istituto Mediterraneo per l’Asia e l’Africa (ISMAA) ha organizzato un importante meeting, svoltasi presso il Circolo degli Esteri, ospitando una delegazione proveniente dall’Uzbekistan, guidata dall’Executive Director del “Development Strategy”, con il senatore Eldor Tulyakov, la partecipazione dell’Ambasciatore della Repubblica di Uzbekistan in Italia, Otabek Akbarov e il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, la senatrice Stefania Craxi. Ai lavori hanno partecipato anche esponenti autorevoli della SACE, dell’ICE, della FAO, di Confagricoltura, del CNA, di Confapi e del CIRPS. L’Istituto Mediterraneo per l’Asia e l’Africa, insieme all’Associazione di amicizia e cooperazione Italia – Uzbekistan, guidata dall’Onorevole Ugo Intini, intrattiene e promuove da diversi anni visite, missioni, incontri, workshop e meeting B2B. La stipula di un memorandum nel 2019, con la prima Tavola Rotonda sulle importanti riforme in corso nel Paese centroasiatico e con il rafforzamento della cooperazione economica, commerciale e culturale con l’Italia ha consentito il rafforzarsi di una serie di opportunità economiche per le nostre imprese. L’interscambio commerciale tra Italia e Uzbekistan nel 2021 ha raggiunto livelli record attestandosi su 405,7 milioni di Euro (+28,0%): 365,9 milioni di nostre esportazioni e 39,8 milioni di Euro di esportazioni uzbeke. Secondo il locale Comitato Statale di Statistica, nel 2021, siamo diventati l’11mo fornitore dell’Uzbekistan.
L’Uzbekistan sta adottando le migliori pratiche internazionali per il rafforzamento del buongoverno. Considerevoli ed importanti sono i processi di riforma in corso e la partecipazione civica alle scelte delle istituzioni, con l’adozione di meccanismi democratici e partecipati per le consultazioni pubbliche. Il Presidente dell’Uzbekistan sta rilanciando proposte di trasparenza amministrativa con la pubblicazione delle riforme istituzionali su website e piattaforme elettroniche aperte alla cittadinanza. Il Paese ha già attuato riforme amministrative per avvicinare i funzionari pubblici alla cittadinanza, decentralizzando le scelte delle autorità e rilanciando politiche di gestione locale. I cittadini della Repubblica dell’Uzbekistan hanno lavorato e presentato più di 220.000 proposte e suggerimenti per l’attuazione della nuova Costituzione. Nel corso della tavola rotonda sono state illustrate le principali opportunità d’investimento a disposizione delle realtà imprenditoriali italiane.
Obid Khakimov, direttore del Centro per la ricerca economica e la riforma dell’amministrazione presidenziale uzbeca, ha menzionato, in particolare, “l’enorme potenziale” non ancora sfruttato in materia di agricoltura, industria tessile, metallurgia e senza tralasciare la necessità di Tashkent di migliorare l’efficienza energetica e di sviluppare fonti rinnovabili. “Italia e Uzbekistan stanno lavorando per alzare il livello delle relazioni bilaterali e, a questo proposito, stanno programmando importanti scambi di visite istituzionali”, ha ribadito Otabek Akbarov, Ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan in Italia. I progressi dell’importante percorso di riforme democratiche in corso in Uzbekistan, che saranno definitive con il prossimo referendum che si terrà il 30 aprile, consentiranno di costruire un “nuovo Uzbekistan”, più tecnologico, sostenibile, moderno, democratico e orientato all’economia di mercato. Un grande Paese che entro il 2024 raggiungerà i 50 milioni di abitanti e che vuole aprirsi al mondo, alle imprese e alle opportunità del commercio internazionale, guardando con grande interesse alle realtà produttive e al sistema imprenditoriale e commerciale dell’Italia e riducendo percentualmente 1.154 aliquote relative a dazi doganali per le importazioni.