Il 21 luglio del 1979, Boris Giuliano, Capo della squadra mobile di Palermo, veniva codardamente ucciso dalla mafia con un colpo di pistola alle spalle, mentre si trovava in un bar di via Di Blasi a Palermo a poca distanza dalla sua abitazione. Poliziotto, investigatore e Capo della squadra mobile viene ricordato per le sue indagini dirette con metodi innovativi e per il suo impegno alla lotta contro Cosa Nostra.
Come molti delitti di mafia, con il passare degli anni, molti elementi non sono mai stati chiariti e oggi, 41 anni dopo il suo assassinio, non è ancora emersa tutta la verità. La sua geniale intuizione fu quella di svolgere le indagini seguendo in primis gli spostamenti dei grossi capitali che la mafia gestiva per traffici e per il proprio finanziamento.
Riuscì a sequestrare due valige contenenti mezzo miliardo di dollari quale pagamento per una partita di eroina sequestrata all’aeroporto di JFK di New York. Intuibile quindi come Boris Giuliano divenne chiaramente un pericoloso freno per i traffici di Cosa Nostra oramai estesi oltre oceano.
Figura di correttezza e integrità, Boris Giuliano pagò il prezzo più caro con la vita ma il suo operato ha contribuito a compiere passi fondamentali nella lotta contro la mafia e ogni anno si cerca di commemorare il suo duro lavoro, il suo coraggio, la sua etica, il valore che egli dava alla parola giustizia.