La pandemia sanitaria ha mutato gli scenari economici e commerciali del continente europeo e dell’intero globo. L’instabilità economica dovuta agli scenari incerti della pandemia sanitaria e alla conseguente crisi economica ha generato un’incertezza internazionale per l’economia. L’aumento dei contagi ha generato un rallentamento dell’attività globale alla fine del 2020, soprattutto nei paesi avanzati. Nel complesso del 2020 la contrazione del commercio mondiale sarebbe nell’ordine del 9%. Secondo le previsioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – OCSE diffuse nel corso di dicembre del 2020, il prodotto globale tornerebbe a espandersi del 4,2% nel 2021, superando i livelli antecedenti la pandemia entro la fine dell’anno 2021.
Negli Stati Uniti, in Giappone e nel Regno Unito il prodotto si è collocato al di sotto dei livelli precedenti la pandemia, rispettivamente per il 3,5, il 4,2 e il 9,7%; ha invece superato i valori antecedenti l’emergenza sanitaria in Cina che dovrebbe contribuire per oltre un terzo all’espansione globale nel 2021. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ampliato e prolungato lo stimolo monetario, per assicurare condizioni di finanziamento favorevoli per il tempo che sarà richiesto a garantire il pieno sostegno all’economia e all’inflazione.
Nel nostro paese, il recupero delle esportazioni italiane di beni e servizi è stato del 29,6%, un dato appena inferiore a quello registrato in Spagna (30,3%) e superiore a quelli di Francia e Germania. La contrazione del PIL italiano nel quarto trimestre è valutabile attorno a un valore del -3,5%. Dopo il crollo economico registrato nel 2020 gli investimenti tornerebbero a crescere a ritmi elevati, nel corso del 2021-22 e nel 2023. La ripresa del circolo di capitale sarebbe sospinta dalle condizioni di accesso al credito favorevoli e dagli interventi di politica di bilancio.
Per quanto riguarda l’attività di export per le imprese della nostra Penisola, le vendite all’estero sono cadute nel complesso del 2020 di quasi il 15%. Quest’anno segnerebbero un concreto rialzo, trainate da quelle dei beni e dai servizi che però continuerebbero a risentire della debolezza dei flussi turistici internazionali. Nel biennio 2022-23 le esportazioni potrebbero espandersi in linea con la domanda estera. Le importazioni seguirebbero una dinamica simile, sostenute dalla ripresa degli investimenti in beni strumentali.
La ripresa potrebbe essere rallentata dagli effetti di ulteriori problematiche legate alla diffusione dei contagi che non fossero fronteggiati con nuove misure di sostegno fiscale. Invece, un’eventuale somministrazione su larga scala dei vaccini, effettuata in tempi più rapidi rispetto alle attese, potrebbe essere di supporto alla crescita.