“Non abbiamo ancora fatto diventare la violenza contro le donne qualcosa di abnorme, di straordinario, di inaccettabile”. Cosi Eve Ensler, drammaturga statunitense, descrive la violenza che tanti uomini consumano sulle donne.
Tutti prendiamo parte ad incontri e manifestazioni per contrastare la violenza sulle donne, ma purtroppo le statistiche parlano chiaro: c’è ancora tanta violenza sulle donne. Molto spesso, da uomo ho provato vergogna per la cattiveria e la crudeltà esercitata senza motivo sulle donne. Ormai, le vittime sono diventate solo dei numeri e a volte sembrano scomparire dalla narrazione dei media. Donne e madri che avrebbero desiderato continuare a vivere e i cui sogni sono stati spezzati dai loro carnefici. Personalmente, da anni porto avanti campagne di divulgazione su questo tema e sulle devianze della rete, impegnandomi in un vero e proprio contrasto al fenomeno della violenza. Cerco di veicolare messaggi costruttivi, facendo passare l’idea che se a parlare di violenza sulle donne è un uomo c’è differenza. Quando è un uomo a parlare di violenza vuol dire che ha compreso il problema fino in fondo, perché capisce e sa che di questo è necessario discuterne sempre. Quando la persona che abbiamo accanto non ci soddisfa più la scartiamo, perché non corrisponde a quello che desideriamo e quello che vogliamo. Viviamo all’interno di una “comunità guardaroba” che alimenta processi che non sempre vengono accettati dal partner. In particolare, questo produce una serie di problemi che si possono trasformare in violenza.
Il portale di informazione Skytg24 ha pubblicato i dati del report “Analisi criminologica della violenza di genere 1 gennaio – 30 giugno 2024” della Polizia di Stato. Si legge che è aumentato il numero dei maltrattamenti contro familiari e conviventi (+5), passando da 11.808 a 12.424. Infatti, per quanto riguarda le vittime monitorate “nel triennio 2021-2023, l’incidenza di quelle di genere femminile risulta costante, attestandosi tra il 74 e il 75% per gli atti persecutori, tra l’81 e l’82% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e con valori intorno al 91% per le violenze sessuali”. Gli atti persecutori sono in lieve aumento e “si registra un aumento dei reati per la costrizione o induzione al matrimonio del 21%”. E ancora: “In merito ai femminicidi nel triennio 2021-2023 si evidenzia come dopo un lieve incremento delle vittime nel 2022, il trend nel 2023 si inverte. A fronte dell’aumento totale degli eventi, che nel 2022 passano da 123 a 130 (6%), emerge una diminuzione delle vittime donne che, nel 2023, scendono da 130 a 117 (-10%). Relativamente al periodo 1 gennaio-30 giugno 2024, sono stati registrati 141 omicidi, con 49 vittime donne, di cui 44 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner/ex”.
La giornalista Livia Zancaner ha scritto un articolo, pubblicato su Il Sole 24 Ore, in cui ha analizzato e ha reso noti i numeri pubblicati dal Ministero dell’Interno. Percentuali che mostrano come anche nel 2024, in media, le vittime di violenza sessuale sono 16 al giorno e il 91% sono donne. I dati sono relativi ai primi sei mesi del 2024 e richiamano le statistiche del 2023. “I dati sono sicuramente elevati ma sono in parte indicativi dell’emersione di un sommerso” ha affermato Stefano Delfini, direttore servizio analisi criminale. Delfini ha posto l’attenzione sulle più giovani: “Sempre più spesso assistiamo a violenze sessuali tra pari, minorenni e giovani adulti”.
Il Sole 24 Ore ha messo in evidenza che “secondo i dati del 2023, il 76% delle vittime di violenza sessuale e il 73% delle vittime violenza sessuale di gruppo nel 2023 ha infatti meno di 34 anni. Per quanto riguarda gli autori, quelli under 35 sono il 36% nei casi di violenza sessuale, il 65% nella violenza sessuale di gruppo”.
In questi ultimi giorni è arrivata una sentenza storica del Tribunale di Firenze. Il giornalista Ugo Milano ha scritto un articolo, pubblicato sul portale di informazione open.online, in cui ha raccontato la notizia. “Il Tribunale di Firenze ha condannato a un risarcimento danni di circa 27mila euro i genitori di un ragazzo, all’epoca 16enne, che ha violentato una compagna di classe in un liceo di Siena”. Per i giudici, ha scritto il Corriere Fiorentino, i genitori non hanno educato bene il figlio. Si tratta della cosiddetta “culpa in educando” dell’articolo 2048 del codice civile sulle responsabilità genitoriali. La vicenda risale al 2015 quando il ragazzo, che aveva 16 anni, ha violentato la sua compagna di classe all’interno di un ripostiglio di un liceo di Siena.
Il Ministro dell’Istruzione Valditara ha dichiarato: “Molto importante questa decisione giurisprudenziale che chiama i genitori a rispondere civilmente per violenze gravi commesse dai figli. Va nella stessa direzione della norma contenuta nel ddl sulla #condotta che prevede multe per chi aggredisce gli insegnanti. La #scuola e la società debbono sempre più fondarsi sulla responsabilità individuale”. Chissà se in futuro ci saranno altre sentenze come quelle del Tribunale di Siena e se le famiglie verranno coinvolte nei gesti compiuti dai figli.
Gli adulti hanno il compito di supportare le nuove generazioni, per fermare tutte quelle devianze che possono in qualche modo distruggere il corpo e la mente di una donna. Le devianze di cui mi sono occupato sono tante: il revenge porn, il sexting e sextortion. La percentuale di donne offese attraverso l’odio sul web è altissima. In questo quadro di odiatori seriali c’è una volontà precisa: offendere non solo il corpo ma la donna in quanto donna. Le nuove tecnologie devono migliorare le nostre vite e non possono diventare uno strumento preoccupante di violenza sulle donne. Stupri e uccisioni avvengono quasi ogni giorno ed è inaccettabile. Noi non possiamo permettere che questa brutalità proceda con passo inarrestabile, non possiamo continuare a pensare che ogni atto compiuto possa passare inosservato.
Kofi Atta Annan, che è stato il settimo segretario generale delle Nazioni Unite, ha parlato tante volte di diritti ed in particolare ha detto che “i diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità”. Abbiamo il dovere di affrontare questo grave dramma e dobbiamo denunciare qualunque forma di violenza e di sopruso contro le donne e le categorie più fragili.