L’Ucraina è sempre stata una linea di confine delicata, un punto incandescente negli equilibri geopolitici del mondo. Il conflitto ucraino riporta al centro dell’attenzione mediatica l’importanza di comprendere i meccanismi dell’intelligence e sviluppare la ricerca e l’innovazione anche in tali e delicati equilibri. Uno scontro, all’interno della casa europea, che si può considerare esempio autorevole della dimensione ibrida del conflitto, con strategie studiate per diffondere informazioni di parte, attacchi cibernetici, operazioni di intelligence e visioni diplomatiche. Le dinamiche dell’intelligence nella società della disinformazione, delle fake news internazionali, avranno un ruolo sempre maggiore nel determinare un nuovo ordine mondiale.
I russi hanno gettato le basi per intense attività dirompenti sul fronte cyber, da affiancare con l’invasione dell’Ucraina. I funzionari ucraini hanno relazionato su tali attacchi come i peggiori della storia del Paese poiché hanno interrotto completamente l’online banking e ostacolato le comunicazioni tra governo e cittadinanza. Le truppe russe si muovono dalla Russia e anche dalla Bielorussia e le incursioni sono state attentamente seguite dal Pentagono evidenziando l’importanza attuale dell’intelligence all’interno delle dinamiche del conflitto.
La sicurezza 4.0, l’intelligence e la cyber security sono divenuti temi importantissimi dell’attualità geopolitica e imprenditoriale. In tale scenario, le nanotecnologie stanno riscrivendo il mondo della Difesa nella promozione e diffusione di nuovi trattamenti in nano-materia, per un’evoluzione innovativa dell’intero comparto della Difesa e della Sicurezza nazionale. Le future regolamentazioni in materia di nanotecnologie dovranno cercare di andare ben oltre il contesto nazionale e affidarsi proprio alla ragionevolezza delle analisi dell’intelligence. Fino a oggi, le nuove visioni nanotecnologiche sono sempre state regolamentate a livello nazionale, incentivando inefficienze e conflittualità sistemica, a causa delle incongruenze normative: basti pensare alle diverse legislazioni vigenti tra Stati Uniti e Unione europea in materia di OGM.
Sicurezza, utilizzo delle moderne tecnologie a scopi preventivi, cooperazione con le forze di polizia per migliorare la sicurezza nazionale e internazionale, ma altresì una corretta trasmissione delle informazioni ai cittadini per una corretta percezione del rischio, sono le tematiche che l’imprenditrice Sabrina Zuccalà da tempo pone al centro dell’attenzione mediatica e formativa.
Il recente convegno nazionale dal titolo “Sicurezza interna e internazionale, l’intelligence Oggi”, tenutosi a Palermo il 18 novembre, ha ospitato proprio le riflessioni dell’imprenditrice Sabrina Zuccalà, presidente del laboratorio nazionale di nanotecnologie 4ward360, che ha studiato dei nanomateriali adatti a preservare dal deterioramento i mezzi, le infrastrutture militari e gli abiti delle forze di sicurezza, opportunità che possono riscrivere il futuro della guerra e che meritano una particolare attenzione in tema di intelligence anche per evitare il diffondersi dello spionaggio industriale e militare. Emblematiche sono le parole della presidente di 4ward360 che in occasione dello scoppio del conflitto nell’est Europa ha dichiarato: “I conflitti della nostra contemporaneità, le dinamiche moderne dell’intelligence e la nanotecnologia molecolare pongono una sfida seria tanto ai responsabili delle decisioni politiche quanto ai comuni cittadini. Da un lato i benefici che questa tecnologia potrebbe produrre sono enormi, dalla salute personale e nazionale, fino a potenziali cure definitive contro l’invecchiamento e contro l’emergere di tutte le malattie, ma d’altro lato esistono pericoli, difficili da inquadrare in tale preciso momento storico, pericoli derivanti dal potere massimale di questo nuovo strumento che se adoperato durante i conflitti e utilizzato per abbattere e non per costruire può generare enormi danni all’umanità e all’ambiente”.
Le riflessioni storiche, scientifiche e politiche del prossimo futuro non potranno non analizzare l’emergere delle nuove dinamiche della guerra che proprio con l’attualità ucraina possiamo apprendere per evitare l’emergere di nuovi e irrimediabili orrori umani.