In occasione delle celebrazioni del World Meteorological Day la Giornata meteorologica mondiale (che ha coinciso con il 150esimo anniversario della International Meteorological Organization antesignana della World meteorological organization WMO), il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha usato parole forti. “I cambiamenti climatici stanno rendendo la Terra inabitabile” ha ricordato Guterres ai leader mondiali.
Parole che sembrano fare eco a due disastri ambientali preannunciati ma sottovalutati.
Il primo risale all’inizio del mese di marzo. In Canada, una parlamentare dei Verdi, Elizabeth May, ha accusato il governo federale (e quello provinciale dell’Alberta) di non essersi attivati tempestivamente contro l’Imperial Oil responsabile di aver riversato per 9 mesi effluenti tossici nelle terre e nelle acque dell’Athabasca Chipewyan First Nation (ACFN). E di averlo fatto senza avvisare le comunità a valle. Imperial Oil è controllata da ExxonMobil ed è la seconda più grande compagnia petrolifera del Canada. “Nelle nostre prigioni gli indigeni sono sovra rappresentati, il che significa che sono sotto rappresentate corporation criminali, come il CEO di Imperial Oil. Quando questo governo smetterà di sovvenzionare le Big Oil e farà il duro con la criminalità imprenditoriale? “ha dichiarato la May. A farle eco un deputato dell’Alberta Blake Desjarlais, del New Democratic Party (NDP): “In Alberta, le comunità indigene stanno respingendo mega corporazioni come Imperial Oil che stanno inquinando la nostra terra e mettendo a repentaglio la nostra salute, ma i liberali chiudono un occhio e il premier [Danielle] Smith li premia con miliardi di dollari”.
May e Desjarlais hanno definito la vicenda “Razzismo ambientale” e hanno accusato il governo federale e quello provinciale di aver taciuto che per quasi un anno, livelli pericolosi di arsenico e altri metalli pesanti si sono filtrati da quattro bacini di decantazione del Kearl Oil Sands Project nelle acque sotterranee e nei corsi d’acqua che sostengono le comunità indigene e la fauna selvatica nel nord dell’Alberta, in Canada. Alcuni attivisti locali hanno lanciato una petizione online dal titolo “Shut Down Imperial Oil’s Dangerous Kearl Oil Sands Project”. Anche la direttrice dell’Indigenous Climate Action (ICA), Sheila Muxlow, ha accusato l’Alberta Energy Regulator di essere connivente con le Big Oil: “Non ha fatto nulla per lanciare un allarme e avvertire le comunità a valle. Questa è un’inerzia negligente e irresponsabile”.
Shane Thompson, ministro dell’ambiente dei Northwest Territories (NWT) ha dichiarato: “Il mio governo ha ricevuto la notizia di seconda mano da un’organizzazione indigena, il che rompe un accordo bilaterale che abbiamo on l’Alberta”. Per questo, oltre a istituire un ulteriore monitoraggio dell’acqua lungo il fiume Slave, ha chiesto un incontro con la controparte dell’Alberta, Sonya Savage: “Questa mancanza di trasparenza e condivisione delle informazioni da parte dei nostri partner dell’Alberta non è un incidente isolato, il che aumenta la nostra frustrazione in questa materia”.
Dopo mesi di colpevole silenzio, la società petrolifera ha risposto con le solite parole di rito “Siamo dispiaciuti per questi incidenti e stiamo facendo ogni sforzo per imparare da loro e impedire che si ripetano”. Dimenticando che lo sversamento di queste sostanze era stato previsto nella valutazione ambientale originale della miniera: il Joint Panel Review aveva fatto notare che “Lo stagno degli sterili è situato in un’area che ha depositi molto permeabili”.
Pochi giorni dopo, il 16 marzo, un altro grave “incidente” ambientale ha colpito in Nord America. Xcel Energy, la società che gestisce la centrale nucleare nel Minnesota, ha annunciato di aver messo in atto “misure per contenere e gestire una perdita d’acqua rilevata dai sistemi di monitoraggio di routine delle acque sotterranee presso il suo impianto di generazione nucleare di Monticello alla fine dell’anno scorso”. Anche in questo caso un intervento tardivo. L’incidente era avvenuto il 22 novembre 2022, quando la società aveva informato la Nuclear Regulatory Commission (NRC) degli USA che si era verificata una fuga di acqua contaminata da un tubo dell’acqua che corre tra due edifici: “Contiene livelli di trizio inferiori alle soglie di sicurezza NRC”. “Emette bassi livelli di radiazioni, simili ai materiali che le persone usano quotidianamente e al cibo che mangiamo tutti”.
Il flusso dell’acqua è stato deviato verso un sistema di trattamento all’interno dell’impianto. Ma qualcosa non è andato come ci si aspettava e, il 24 marzo, la compagnia ha dovuto “spegnere il suo impianto di generazione nucleare di Monticello per eseguire più rapidamente le riparazioni necessarie per risolvere definitivamente una perdita di acqua contenente trizio nell’impianto”. Intanto la “fuoriuscita completamente contenuta in loco” e senza alcun impatto sull’ambiente e sulle persone come ha dichiarato Chris Clark, presidente di Xcel Energy–Minnesota, North Dakota and South Dakota è peggiorata. Il 22 marzo è stato confermato che l’acqua contaminata aveva raggiunto la falda acquifera.
Di nuovo Xcel Energy ha cercato di rassicurare tutti dicendo che “La nuova perdita non aumenterà materialmente la quantità di trizio che l’azienda sta lavorando per recuperare e non rappresenta alcun rischio per la salute o l’ambiente”. Una dichiarazione che non ha convinto. La stessa società infatti avrebbe ammesso di aver “recuperato circa il 32% del trizio rilasciato e continuerà il recupero nel corso del prossimo anno”.
Secondo la Minnesota Pollution Control Agency e il Minnesota Department of Health non si sarebbe trattato di poche centinaia di litri d’acqua contaminata ma di “400.000 galloni (1.514.160 litri, ndr) di acqua contenente trizio. E la situazione potrebbe continuare a peggiorare: in un rapporto dello State Duty Office, Xcel Energy afferma che “la nuova perdita è ancora in corso”.
Due casi analoghi che confermano i rischi per l’ambiente e i danni che possono causare certe attività. E che confermano una volta di più i timori del Segretario Generale delle NU Guterres quando parla di attività antropiche stanno rendendo la Terra inabitabile.
[foto: EPA/DAVID MAXWELL]