La società moderna sta attraversando una serie di trasformazioni che influenzano estremamente la struttura sociale, le relazioni interpersonali e la coesione collettiva. Tra i fenomeni più dibattuti e studiati da sociologi e studiosi delle dinamiche sociali individuiamo la polarizzazione sociale, ‘l’effetto San Matteo’ e la disaffiliazione. Questi concetti, pur essendo ben contraddistinti, hanno una radice comune: l’impatto delle disuguaglianze e dei meccanismi di esclusione sociale.
La polarizzazione sociale riguarda il processo attraverso cui le differenze tra gruppi sociali si accentuano, portando a una divisione crescente tra ricchi e poveri, tra gruppi culturali e razziali e tra classi sociali. La globalizzazione, le tecnologie digitali e l’automazione hanno favorito l’aumento di spaccature sempre più chiare, rimarcando le disuguaglianze. Studi come quelli di Thomas Piketty, economista francese, professore di economia presso la École des hautes études en sciences sociales, sul capitale e le disuguaglianze economiche rivelano come la crescente concentrazione della ricchezza possa alimentare il processo di polarizzazione. Le disuguaglianze diventano sempre più riconoscibili, non solo sul piano economico, ma anche in termini di accesso all’istruzione, alla salute e alle opportunità di lavoro. Questo fenomeno favorisce l’aumento della sfiducia nelle istituzioni.
‘L’effetto San Matteo’ dimostra come, nell’ambito sociale ed economico, individui o gruppi già privilegiati abbiano possibilità più rilevanti di accumulare risorse, mentre quelli svantaggiati si vedono negare ulteriori opportunità. Il sociologo Robert Merton sottolinea come le possibilità di successo siano ripartite in modo ineguale, supportando i già privilegiati. ‘L’effetto San Matteo’ ha un impatto profondo sulle dinamiche sociali, fomentando la disuguaglianza e impedendo il progresso di chi è meno fortunato. Le persone in posizioni privilegiate hanno accesso a una serie più ampia di risorse – educazione di qualità, opportunità di lavoro, reti sociali influenti – che permette loro di accumulare ulteriori vantaggi, mentre le persone svantaggiate si trovano sempre più escluse.
Il concetto di disaffiliazione, introdotto da René Kaës, psicologo e psicanalista francese, si riferisce alla progressiva esclusione di individui o gruppi dalla partecipazione alla vita sociale, politica ed economica. La disaffiliazione può manifestarsi a livello personale, quando un individuo si sente estraneo o incapace di appartenere a un gruppo, o a livello collettivo, quando interi gruppi sociali sono emarginati. Le conseguenze della disaffiliazione sono devastanti non solo per gli individui coinvolti, ma per l’intera società. Essa pone dei limiti rilevanti alla coesione sociale, accresce il risentimento e la frustrazione, e amplia il rischio di conflitti sociali.
Proprio di questi concetti si è occupato il ricercatore Enzo Risso che ha scritto un articolo, pubblicato su Il Domani, in cui ha sottolineato le dinamiche della società contemporanea travolta proprio da questi tre fenomeni. I numeri mettono in evidenza che “per il 61 per cento degli italiani è in aumento la povertà nel nostro paese e, sempre per il 61 per cento (66 nei ceti popolari), la principale frattura sociale presente in Italia è quella tra ricchi e poveri”. Inoltre, “la quota di persone che si colloca nel ceto medio è passata dal 70 per cento degli inizi del Duemila, al 35 di oggi”. Oltretutto, “nel ceto medio il 23 per cento è pessimista sul proprio futuro, mentre nei ceti popolari è il 41. Il 78 per cento del ceto medio afferma di sentirsi felice, contro il 77 di infelici nei ceti popolari. Ulteriori dati completano il quadro. Il 40 per cento dei giovani si sente escluso dalla società”.
Come se non bastasse, si registra ‘l’effetto San Matteo’ che deve il suo nome ad un verso del Vangelo di Matteo: “A chi ha, sarà dato; a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. “ “L’effetto San Matteo – ha evidenziato Risso – illustra la dinamica a direzioni inverse dell’iniquità, con l’accumulazione del vantaggio per una parte minoritaria e già benestante della società e con l’affastellarsi degli svantaggi e dello scivolo sociale ed economico per le fasce di popolazione che partono già dal basso”. Ma non è tutto. “Ci sono anche ulteriori processi come ad esempio, quello che il sociologo statunitense Wilson chiama ‘segregazione residenziale’: la concentrazione di gruppi sociali omogenei che porta all’isolamento sociale e alla riproduzione delle disuguaglianze”. A seguire troviamo il fenomeno della ‘frammentazione sociale’ e la disaffiliazione. “La disaffiliazione mette l’accento sull’interconnessione tra sfera lavorativa e relazionale, evidenziando la necessità, per le società contemporanee di ripensare le strutture di integrazione e protezione sociale”.
La polarizzazione sociale, ‘l’effetto San Matteo’ e la disaffiliazione sono tre fenomeni che danno prova di quanto le disuguaglianze siano radicate e pervasive nella società contemporanea. L’interconnessione tra questi fenomeni concorre alla formazione di un ciclo di esclusione che rende difficile il superamento delle disparità e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone più vulnerabili. Gli studi scientifici, da Piketty a Merton e Kaës, donano uno strumento prezioso per comprendere e affrontare questi fenomeni, mettendo in risalto l’importanza di politiche inclusive e di una maggiore attenzione alla giustizia sociale. Se non affrontati, questi fenomeni rischiano di intaccare ulteriormente la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni, con gravi implicazioni per il futuro della nostra società.
Dobbiamo interrogarci su come ci poniamo di fronte alle disuguaglianze sociali, perché sono una delle sfide più complesse della nostra società. Non possiamo restare indifferenti o rassegnarci e accettare le disuguaglianze. Occorre una risposta emotiva molto forte e tanta solidarietà. Il sociologo Emile Durkheim ha sottolineato come la coesione sociale e il senso di appartenenza siano fondamentali per l’integrazione della società, e la solidarietà è uno degli strumenti per contrastare la frammentazione sociale causata dalle disuguaglianze. I governi, infatti, possono adottare politiche redistributive per ridurre le disuguaglianze economiche, migliorando l’accesso ai servizi di base e incentivando una maggiore equità. Serve una risposta decisa, politiche adeguate e un impegno collettivo per ottenere una società più equa e inclusiva e valorizzare la dignità delle persone.