Ci stiamo accorgendo che quello che sta cambiando è il concetto di amore e di gentilezza nei confronti della persona che abbiamo accanto. Non si presta più attenzione al contenuto ma all’involucro. Una persona viene giudicata per il suo aspetto estetico e la sua interiorità non viene considerata.
A prevalere è il corpo che è diventato un mezzo che noi usiamo costantemente nella nostra quotidianità per rappresentare noi stessi. Il corpo ha una funzione principale e la assume anche davanti al nostro cuore e alla nostra anima. In questa società molto consumistica, dove vince sostanzialmente il consumismo emozionale, abbiamo bisogno di consumare tutto quello con cui entriamo in contatto e una volta consumato lo buttiamo e volgiamo lo sguardo verso qualcos’altro. Il grande sociologo Zygmunt Bauman ha abbondantemente descritto la società nel suo volume: “Consumo, dunque sono”. Viviamo, ha scritto Bauman, nella ‘società dei consumatori’, il cui valore principale risiede nella continua ‘ricerca della felicità’ – una felicità immediata che non proviene dall’appagamento dei desideri bensì dalla loro quantità e intensità.
Il corpo diventa l’elemento che può creare “appeal” nei confronti delle altre persone. Naturalmente non si tratta di un corpo qualunque, ma deve essere un corpo perfetto e deve possedere certi standard per ottenere gradimento e apprezzamento.
Nelle ultime settimane si è tanto discusso dell’aggressione a due ragazzi disabili. Una ragazza è stata malmenata con schiaffi, pugni e ciocche di capelli strappate. La vittima, come ha scritto il Corriere del Mezzogiorno, una giovane tredicenne di Secondigliano invalida. Un secondo episodio è avvenuto a Vigevano. Un ragazzo di venticinque anni è stato picchiato da tre individui che poi hanno pubblicato in rete i momenti di questa violenza e aggressione.
Oltraggiamo tutte le persone che secondo noi sono diverse e che non possiedono alcune caratteristiche fisiche. Non ci preoccupiamo minimamente del dolore che possiamo arrecare a chi già soffre e si impegna per riuscire a vivere serenamente.
La continua ricerca del corpo perfetto, cosi come questa società edonistica ci chiede, ci spinge a sottoporci a diete incredibili per assomigliare ai nostri idoli della rete. Basti pensare alle tante modelle che hanno subito innumerevoli critiche, perché avevano pochi capelli o perché avevano qualche chilo di troppo. Critiche assurde che costringono anche una donna bellissima a compiere scelte inimmaginabili. Questa idea della perfezione del corpo deve farci riflettere per riscrivere nuove pagine del nostro tempo e invertire la tendenza.
In realtà, quello che conta veramente è riuscire a stare bene con noi stessi e non sono gli altri a stabilirne i criteri o le regole. Accettarsi significa riuscire a stabilire un rapporto migliore non solo con noi stessi, ma anche con chi ci circonda o vive accanto a noi.
Dobbiamo stare molto attenti, perché oggi la centralità del corpo ha accresciuto alcune devianze della rete come ad esempio il body shaming.
Le vittime di body shaming si sentono sempre più fragili e insicure ed arrivano a commettere gesti estremi a causa della vergogna o dell’umiliazione subita. Il body shaming non è l’unico fenomeno: cyber bullismo, sextortion, sexting e tanti altri ancora. Ma non solo. Tantissimi i video che circolano online di donne nude o di pubblicità che mostrano donne nude.
Bisogna recuperare il valore del corpo, perché regalare il proprio corpo a quanti ci seguono sui social network ci porta a non considerare quello che rappresenta ed esprime il nostro corpo. Un sistema che ha annullato la nostra vera identità ed è abbastanza grave. Gli adulti devono aiutare i giovani ad apprezzare il proprio corpo e a dare spazio all’anima, al cuore e alla mente. Il problema non è solo di tipo sociologico, ma è pedagogico e anche antropologico.
Le nuove tecnologie favoriscono gli incontri e a maggior ragione un bel corpo in vetrina favorisce le conoscenze. I contatti avvengono nella vita virtuale e sono tantissime le ore trascorse online e molte di meno quelle vissute fuori dallo schermo. Possiamo discutere dell’amore liquido, cosi come lo ha definito Bauman, che tende a bruciare le tappe costantemente. Gli adolescenti preferiscono avere il primo rapporto i primi preliminari online e questo vuol dire annullare lo spazio e il tempo. Di fatto non possiamo puntare il dito contro i giovani che si accostano ai rapporti in questo modo.
Non penso che un amore nato virtualmente possa essere giudicato, perché l’amore di oggi non può essere paragonato all’amore di ieri. Ogni epoca vive l’amore in modo diverso e il modo di conquistare il partner o la partner si è trasformato. Il codice linguistico amoroso dei giovani di oggi non appartiene ad un’altra generazione precedente. È cambiata l’idea della verginità e anche quella della fedeltà. Bauman ha detto e scritto in maniera convinta: “amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista”. Questa citazione non trova riscontro nella realtà.
La tiktoker Usa Rae Nemetsky ha dichiarato tempo fa a Today: “Sono sposata ma vado a letto con altri uomini”. La giovane ventitreenne famosissima sui social ha raccontato di quanto il suo coniuge fedele, l’avrebbe spinta all’infedeltà. La giovane star del web ha evidenziato come questa decisione del marito, da lei accettata, forse senza molti sacrifici è servita per rendere l’unione più felice. Rae ha dovuto accettare una sola condizione: incontri occasionali senza altre implicazioni. Non sappiamo se questa storia sia vera o sia servita per aumentare il numero dei follower, ma l’unica certezza che abbiamo è che l’amore ha assunto un significato del tutto diverso.
A noi adulti non ci resta che accettare il cambiamento e comprendere l’evoluzione dei sentimenti, tentando di conservarne la bellezza. Esiste un innamoramento che coinvolge il cuore indipendentemente dalla possibilità di possedere il corpo di un’altra persona.
La mia generazione forse ha fallito dal punto di vista educativo e non è riuscita a trasmettere ai più piccoli alcuni valori e non perché non voleva, ma perché non c’è mai tempo o perché siamo stati un cattivo esempio.
Io sono un inguaribile ottimista e mi auguro che gli adulti aiutino i preadolescenti e gli adolescenti a mettere in risalto l’essere più che l’apparire.