Premessa – In questa serie di articoli parleremo delle Istituzioni dell’Unione Europea, della loro costituzione e del percorso che le ha portate ad essere quello che sono. Il nostro obiettivo è spiegare a tutti, MA IN PARTICOLARE AI GIOVANI (sia quelli che saranno chiamati a votare tra poche settimane che in generale quelli che diventeranno maggiorenni tra poco) quello che non sempre a scuola o in televisione viene detto. Il tutto in modo ASSOLUTAMENTE APARTITICO e APOLITICO, senza alcuna indicazione o forma di influenza che possa portare a scegliere un partito o l’altro, questo o quel candidato.
Nelle scorse “puntate” abbiamo cercato di fornire qualche informazione (il termine formazione è ben altra cosa: vista la materia complessa e richiederebbe molto più tempo – ma a questo potranno provvedere i Professori) sul Parlamento europeo e su ciò che gira intorno ad esso. Per i giovani più curiosi ecco alcune …curiosità.
Andare a votare non sempre è solo un diritto, a volte è anche un dovere. In cinque Stati membri il voto è obbligatorio: Bulgaria, Lussemburgo, Cipro e Grecia. In Belgio il voto è obbligatorio, ma resta facoltativo per gli elettori di 16 e 17 anni che possono decidere di non votare. Tutto questo non deve sorprendere: fino agli anni Novanta anche in Italia il voto era obbligatorio, ma la decisione di non andare alle urne (occhio a non fare confusione: l’astensione è un’altra cosa) non era sanzionata in modo pesante: chi non si recava alle urne per un certo numero di volte senza giustificato motivo veniva iscritto in appositi elenchi dei “reprobi” (le conseguenze potevano essere pesanti, ma solo in teoria). Oggi, in Italia, votare è un diritto/dovere, ma è un dovere solo civico e morale. A livello globale, nella maggior parte dei paesi il voto non è obbligatorio. Anche dove lo è, spesso le sanzioni previste per chi diserta la chiamata al voto sono blande (ad esempio, a Singapore si riceve una multa di 5 dollari, nelle isole Fiji la multa va dai 20 ai 50 dollari, in Brasile sono esonerati dall’obbligo i cittadini che non sanno leggere e scrivere, per chi non vota sapendo leggere e scrivere sono previste sanzioni pecuniarie. Interessante la condizione di Cipro: qui non votare è considerato un reato penale e potrebbe comportare il carcere).
Tornando alle elezioni per il Parlamento europeo che si terranno tra pochi giorni, anche sulle modalità di voto, l’Unione europea è tutt’altro che “unita”. A cominciare dalla data per la votazione: si voterà dal 6 al 9 giugno ma le date esatte variano da paese a paese. Per strano che possa sembrare, in 13 dei 27 paesi dell’UE sarà possibile votare “per corrispondenza”. E ancora. In tre paesi, Belgio Francia e Paesi Bassi è possibile votare “per delega”: vale a dire che è possibile conferire ad una terza persona il diritto di votare al posto nostro e di esprimere le nostre preferenze. Ma la curiosità…. più curiosa è un’altra. Nel mondo di oggi, in cui tutto si fa grazie tramite computer, è sorprendente scoprire che in solo paese è consentito il voto elettronico: l’Estonia. Negli altri 26 si va ancora avanti con le schede elettorali cartacee.
Comunque vadano le prossime elezioni è importante che i giovani comprendano l’importanza di far sentire la propria voce. Per questo può essere utile condividere le proprie idee su come realizzare un’Europa migliore e magari cercare una risposta aitanti quesiti che speriamo questi brevi articoli abbiano stimolato. Per trasformare tutto questo in realtà basterà collegarsi sul sito ufficiale dell’UE. Qui i giovani potranno cercare una risposta alle proprie domande. E se non dovessero trovarla, potranno porre il quesito che li assilla e aspettare che qualcuno risponda. Tanti i temi dibattuti: migrazioni, cambiamenti climatici e ambiente, cultura e media, educazione, democrazia, salute e sport, diritti umani, sicurezza e giustizia sociale.
Che si sia d’accordo o no su quello che l’UE sta diventando, per milioni di giovani l’UE è un’opportunità di sviluppo e di crescita. Un’opportunità cui nessun ragazzo, ragazza, adolescente dovrà rinunciare solo “perché non lo sapeva”.
Un’ultima riflessione: l’Unione europea mette a disposizione delle scuole, dei docenti e delle Organizzazioni (come il KDISM) tantissimi strumenti per aiutare i giovani. Vi suggeriamo di fare un giro sul sito ufficiale dell’UE destinato a voi e scegliere quello che più vi piace!
Ora sta ai giovani chiedere… anzi “pretendere” di essere informati su tutto ciò che li riguarda. A cominciare da ciò che avverrà nei prossimi giorni al Parlamento europeo…