In diverse occasioni, ho parlato delle fake news e della disinformazione. Le persone sembrano sempre meno capaci di decodificare i flussi informativi e i messaggi. Tutti ci stiamo abituando a condividere sui social le notizie. Il problema è che non ci preoccupiamo del contenuto e delle fonti. Il nostro desiderio di ottenere “like” e “cuoricini” è diventato incontrollabile e pur di ottenere consensi siamo disposti a distorcere la realtà.
Le nostre convinzioni e le nostre idee non cambiano nemmeno se vengono smentite da prove certe e a confermarlo sono diverse ricerche. Il motore della post verità sono le fake news (notizie false). Le fake news danno vita a due diversi fenomeni: la disinformazione ovvero la creazione e condivisione consapevole di informazioni che si sa essere false e la misinformazione ossia la condivisione involontaria di informazioni false.
Di fatto, la disintermediazione ci ha illuso di poter agire senza regole, convinti di essere al centro, dotati di potere. Le regole sono invece un pilastro fondamentale, perché ci consentono di attuare un processo di interiorizzazione che porta anche all’evoluzione delle regole stesse, ma in un quadro condiviso e non in un Far West di sopraffazioni e disinformazione che manipola le coscienze degli individui, in particolare delle giovani menti in costruzione che non riescono a sentirsi appagati in questo vortice di informazioni e immagini. Un continuo consumismo emozionale che li allontana dalla vita di tutti i giorni, perché si rifugiano in dimensioni parallele, dove è possibile trovare numerose fake news.
Il pubblico viene manipolato e il virtuale accarezza le menti delle persone. La televisione, come sostiene il sociologo Manuel Castells, “funziona in modo binario: essere o non essere. Una volta che il messaggio è in televisione, può essere cambiato, trasformato, persino sovvertito”.
Ho scritto diversi articoli, nel corso degli ultimi mesi, sulle fake news relative al conflitto russo-ucraino. La Russia alla vigilia delle elezioni europee ha intensificato la sua campagna di fake news. A quanto pare i media sono diventati uno strumento privilegiato delle ideologie e questo deve preoccuparci.
Un articolo de La Repubblica ha riportato la notizia secondo cui “il 62% degli italiani nell’ultimo anno si è accorto di essere stato vittima di fake news, cioè aver creduto come vere notizie poi rilevatesi false e veicolate nel web, ed il 55% di essere incappato in un contenuto deep fake, cioè video manipolati in cui con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale si camuffa la voce di un personaggio pubblico, ovviamente a sua insaputa”.
Queste percentuali devono farci riflettere e ragionare. Una delle recenti fake news ha fatto discutere l’opinione pubblica. La bufala ha visto coinvolta la moglie di Volodymyr Zelensky Zelensky,Olena Zelenska, che, secondo la fake news, si sarebbe recata a Parigi per comprare una Bugatti con i soldi degli aiuti all’Ucraina.
Una fake news rilanciata sui social che ha fatto arrabbiare gli utenti. Addirittura un’immagine virale mostra la presunta fattura della Bugatti da 4,4 milioni, ma la valuta non è specificata. Libero Quotidiano scrive che la fake news è stata veicolata da tale “John Mark Dougan, un ex marine ed ex vicesceriffo della contea di Palm Beach, in Florida. Un uomo di cui si parla almeno dal 2016, quando venne emesso un mandato d’arresto contro di lui per ben 21 reati tra cui l’estorsione, l’intercettazione illegale e la diffusione di materiale sensibile”.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ed ha lanciato un monito sulle fake news che arrivano dalla Russia: “C’è una molteplicità di siti web, una diffusa tempesta di fake news e sono forme di ostilità inaccettabili. Mi auguro che siano stabilite regole di comportamento dalle istituzioni internazionali”.
La Presidente della Repubblica moldava Maia Sandu la pensa come Mattarella. La Moldova si prepara alle elezioni e a quanto pare il Cremlino sta cercare di destabilizzare le elezioni.
Infatti, Maia Sandu ha dichiarato: “Il Cremlino cerca di indebolire il nostro percorso, con azioni di destabilizzazione, vogliono avere un ruolo determinante nelle elezioni, la Moldavia ha questo problema di disinformazione, ma vogliamo costruire uno Stato forte, vogliamo un sistema informativo non attaccabile dal Cremlino. Con il sostegno dell’Ue, combattendo queste ingerenze in modo efficace, consolideremo la nostra democrazia con elezioni democratiche”.
Ad occuparsi del fenomeno delle fake news anche il portale di informazione Quotidiano.net che ha sottolineato il ruolo delle bugie e della disinformazione nella nomina dei “Top Jobs” dell’Unione Europea. La task force della Commissione sulla disinformazione europea ha lavorato tantissimo. Uno dei principali obiettivi è stata la premier estone Kaja Kallas, candidata dal Consiglio Europeo alla carica di Alto rappresentante. Ma non è tutto. L’azione della disinformazione russa non si è fermata nemmeno durante le elezioni in Francia.
Dobbiamo essere in grado di documentarci, di leggere e comprendere le fonti. La conoscenza e la formazione sono le armi migliori contro le bufale del web.
Papa Francesco è intervenuto sulla disinformazione e ha sottolineato la necessità di “redimere la comunicazione dallo stato in cui è oggi, nelle mani di tutto un mondo di comunicazione che o dice la metà, o una parte calunnia l’altra, o una parte diffama l’altra, o una parte sul vassoio offre degli scandali perché alla gente piace mangiare scandali, cioè mangiare sporcizia. Non è vero? È così”. Purtroppo, ha evidenziato il Santo Padre, se la comunicazione segue questi schemi “diventa un pasto indigesto, sporco, non pulito”.
Bisogna puntare ad un giornalismo costruttivo che lavori sulla verità e al rispetto dell’altro, contrastando ogni tipo di menzogna. Abbiamo il dovere di far vincere il buon senso, di aprire la mente e di recuperare il senso di responsabilità.