La comunicazione politica è un processo che vive di fasi che ne contraddistinguono momenti specifici: momento elettorale, momento post-elettorale e momento politico-istituzionale. Caratteristica comune a tutte e tre le fasi è senz’altro quella della creazione, accrescimento e consolidamento del consenso da parte dei cittadini-elettori. L’analisi e la comprensione dell’elettorato rappresentano un fattore cruciale per intercettarne il consenso. Bisogna essere credibili e fornire risposte adeguate agli elettori. Purtroppo, la campagna elettorale di Kamala Harris, candidata del partito democratico per le elezioni Usa, non si è svolta in modo tranquillo. Sono state diffuse numerose fake news e alcune sono state davvero gravi, perché hanno colpito la sua dignità e la sua moralità. La disinformazione produce danni enormi ed è stato necessario smontare ogni notizia falsa. L’annuncio in ritardo della candidatura di Kamala Harris, è stato uno dei primi errori di questa campagna elettorale. Joe Biden, sollecitato dai suoi colleghi di partito, ha abbandonato la sua corsa per la Casa Bianca e ha deciso di sostenere Kamala Harris. L’indecisione di Joe Biden è costata cara a Kamala Harris.
Un altro errore riguarda la costruzione della narrazione della candidatura di Kamala Harris, perché non ha convinto gli americani. I principi e i valori di cui si è fatta portavoce, che le hanno permesso di ottenere i primi consensi, hanno suscitato tante reazioni da parte degli avversari politici e degli stessi democratici. Barack e Michelle Obama hanno appoggiato ufficialmente Kamala Harris, ma nemmeno il loro supporto ha permesso alla Harris di avere un risultato dignitoso. A votare Donald Trump non sono stati solo i ricchi, ma anche i poveri e le minoranze che lui stesso in qualche modo lui ha osteggiato. Gli americani hanno scelto di affidare la guida del Paese ad una persona di 78 anni e il Presidente uscente ha quasi la stessa età. Questo dovrebbe farci riflettere e ragionare. Trump ha avuto una comunicazione convincente che ha spiazzato tutti. Tutti gli analisti hanno fallito, cosi come tutti i sondaggisti. Non c’è stato nessun testa a testa. Di fatto, dalle prime proiezioni si è capito subito chi avrebbe trionfato.
Gli americani hanno scelto e hanno scelto un Presidente che è stato in carica quattro anni. In tanti si chiedono se è il merito sia stato di Elon Musk, ma la verità è che la comunicazione di Trump è stata perfetta e che ha vinto anche grazie alla sua personalità. Non possiamo dimenticare quando Trump è stato ferito di striscio con un colpo di pistola e anziché nascondersi dietro gli uomini della sicurezza si è alzato, pur essendo ferito, e ha detto: “Dovete continuare a combattere”, immortalato in una foto simbolo. Un patriota che combatte senza paura e che non si lascia intimorire. Ha vinto un modello di America contro un altro modello di America, ma in un America che non è più spaccata ed appartiene a Trump.
Trump ha fatto delle promesse e non sarà facile porre fine alle guerre. A me è capitato di fare l’osservatore di campagne elettorali precedenti negli Stati Uniti e il peso di chi costruisce e vende armi, dal punto di vista delle lobby, è fortissimo. Tra le promesse elettorali c’è anche quella di “sigillare i confini” e anche questo impegno dovrà essere mantenuto. Come se non bastasse, ci sono i rapporti internazionali da curare e, in un momento storico come questo, non sarà affatto semplice gestire le relazioni con la Cina, la Russia e l’Europa. Trump ha promesso che rivoluzionerà il Paese e dobbiamo capire cosa comporterà questa rivoluzione e quanto coinvolgerà le altre nazioni.
A Papa Francesco è stato chiesto chi avrebbe votato tra Kamala Harris e Donald Trump, ma lui non ha dato un’indicazione di voto chiara e netta. Nella conferenza stampa durante il volo di ritorno, dal viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste, il Santo Padre ha dichiarato: “Ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti sia quello che uccide i bambini. Ambedue sono contro la vita. Non si può decidere, io non posso dire, non sono statunitense, non andrò a votare lì, ma sia chiaro: mandare via i migranti, non dare ai migranti capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è peccato, è grave. […]. La migrazione è un diritto, un diritto che già nella Sacra Scrittura, nell’Antico Testamento c’era. Poi, l’aborto. La scienza dice che al mese dal concepimento ci sono tutti gli organi di un essere umano, tutti. Fare un aborto è uccidere un essere umano. Ti piaccia la parola o non ti piaccia, ma è uccidere. Questo. La Chiesa non è chiusa perché non permette l’aborto: la Chiesa non permette l’aborto perché è uccidere, è un assassinio, è un assassinio. E su questo dobbiamo avere le cose chiare. Mandare via i migranti, non lasciarli sviluppare, non lasciare che abbiano la loro vita è una cosa brutta, è cattiveria. Mandare via un bambino dal seno della mamma è un assassinio, perché c’è vita. E in queste cose dobbiamo parlare chiaro”. La linea di pensiero di Papa Francesco è nota a tutti e l’elettorato cattolico ha le idee molto chiare sul tema dei migranti, dell’aborto e il rispetto della vita.
Adesso, dobbiamo registrare questa vittoria e non dobbiamo farci travolgere dall’ansia. Abbiamo una certezza: è mancata la classe dirigente. Gli scontri dialettici sono stati eccessivi. Inoltre, sono mancati candidati convincenti figli di una nuova classe dirigente. Donne e uomini capaci di avere una visione del mondo diversa. Gli elettori probabilmente non hanno apprezzato la mancanza di una civiltà democratica nel confronto elettorale. Kamala Harris non ha avuto il carisma di Barack Obama. La campagna elettorale di Obama ottenne un grande successo e la sua campagna di comunicazione fu veramente straordinaria. Una campagna di comunicazione che io stesso ho studiato e analizzato ampiamente. Il primo Presidente degli Stati Uniti che ha utilizzato la rete nel migliore dei modi per comunicare e per raccogliere fondi. Il team di Obama ha costruito un’immagine di candidato innovativa, bipartisan, capace di superare ostilità e resistenze culturali della “pancia” dell’America profonda, dando vita a quello che è stato definito a tutti gli effetti il “Brand Obama”. Nessuno degli spazi di relazione è rimasto escluso. Si è creata una vera e propria “Galassia Obama” dove ognuno si è sentito protagonista, realizzando per la prima volta un progetto di democrazia partecipativa di portata non solo nazionale ma planetaria. Nel periodo della campagna ognuno di noi, seppure non elettori americani, si è sentito parte di un grande progetto. Non si può dire lo stesso della comunicazione di Kamala Harris.
In questa campagna elettorale, Trump ha dimostrato di comprendere le grandi novità della comunicazione. Questa campagna elettorale entrerà a far parte di un processo di studi interessantissimi. L’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America, un tentativo di insurrezione messo in atto a Washington il 6 gennaio 2021, ha visto i sostenitori di Donald Trump assaltare il palazzo del Campidoglio sede del Congresso degli Stati Uniti, per contestare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, è stato quasi dimenticato e cancellato. Trump venne bannato dai principali social media, Twitter, Instagram, e fino alla fine del mandato da Facebook. I grandi network fecero una scelta senza precedenti. Quanto è accaduto è stato rimosso e Trump nel 2024 ha vinto le elezioni presidenziali.
Molto singolari anche le tre parole scritte da Musk su X che richiamano il gergo tennistico: “Game, set, match”. Non c’è stata partita ed è vero. Vedremo quale sarà il ruolo di Musk nell’amministrazione Trump. Esiste già una dimensione legata all’Intelligenza Artificiale e al Metaverso che ha ed avrà un impatto sulla vita sociale. Quale percorso intraprenderanno Musk e Trump? Il tempo ci donerà le risposte. A preoccupare è l’impatto etico delle nuove tecnologie e il rischio di ‘disumanizzare’ l’umanità. Papa Francesco, anche in questo caso, ha sottolineato che “bisogna sapere dove si sta andando” e che bisogna “rendere attuali le parole di don Lorenzo Milani” per “umanizzare il sapere” e “rianimare la Grazia nell’umano”. La conoscenza e il progresso non possono essere utilizzati per fare del male agli uomini.
La speranza è che non si accentuino le differenze e non si calpestino i diritti. Il mondo è provato dalle guerre e tutti abbiamo bisogno di continuare a sperare. Qual è il fine ultimo? Il fine ultimo dovrebbe andare verso l’altro e verso l’amore e non dobbiamo dimenticarlo.