“Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perché essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata – a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena!”
Estratto da una lettera scritta da Nicola Sacco al figlio il 18 Agosto 1927
Il 23 agosto si terrà il 93° anniversario dall’esecuzione di due italo-americani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti che furono ingiustamente accusati e giustiziati per un reato mai commesso. Nel 1927 in America era largamente diffuso un clima conservatore e razzista fortemente intollerante con le minoranze e contro ogni ostacolo che potesse ostacolare in qualsiasi modo l’ascesa politica coerente con quel clima. Essere italiani, infatti, significava essere reietti della società, personalità facilmente assimilabili a quelle della criminalità organizzata come la mafia.
Per dimostrare un impegno politico concreto e placare quella sete di vendetta diffusa nell’opinione pubblica, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vennero condannati alla sedia elettrica facendoli pure diventare vittime della damnatio memoriae. A nulla valsero le autorevoli opinioni di innocenza espresse da tanti intellettuali e premi Nobel tra cui H. G. Wells; Arturo Giovanniti; Albert Einstein; Dorothy Parker; John Dewey e molti altri.
Il 23 agosto 1977, ovvero 50 anni dopo, venne riabilitata la figura e dunque anche il ricordo dei due giovani, dal governatore del Massachusetts, che chiese anche scusa per l’errore giudiziario volontariamente commesso all’epoca. Questo avvenimento, non unico nella storia dell’America e del mondo, fa riflettere sull’importanza dei diritti umani. Doveroso quindi ogni anno ricordare non solo l’importanza dei diritti dell’uomo e dell’abolizione della pena di morte, ma quanto sia necessario tenere viva una campagna di sensibilizzazione sui diritti civili, così da insegnare ai giovani l’importanza del rispetto altrui e dei doveri ma soprattutto dei diritti di ogni cittadino.