Sognare in grande è quasi un dovere. Si è celebrata il 25 settembre scorso la giornata mondiale dei sogni, il World Dream Day. Una giornata dedicata ai sognatori, a chi sa fantasticare con la mente e metterla in moto facendosi venire idee, con l’intento di far diventare tutto ciò che si immagina il più possibile concreto. Il preciso scopo dell’iniziativa nata nel 2012, è infatti quello di incoraggiare individui, famiglie, scuole, imprese e comunità a dedicare del tempo a concentrarsi sulle proprie idee, obiettivi e sogni e portarli avanti con l’intenzione di avvantaggiare il mondo.
Basato su tre pilastri, creatività, collaborazione e contribuzione, il World Dream Day è una giornata d’azione globale dedicata a mettere in moto i sogni, con iniziative che si sono svolte per l’edizione 2020 quasi esclusivamente online.
In particolare questa edizione ha avuto come claim “New dreams for a new world”, nuovi sogni per un mondo nuovo. “Il nostro mondo sta attraversando sfide senza precedenti- scrivono gli organizzatori – per la Giornata Mondiale dei Sogni 2020, invitiamo le persone, le aziende e le comunità a condividere e attivare sogni su possibilità che guideranno e sosterranno la co-creazione di una fondazione per il futuro”. Insomma, tutto il mondo è stato invitato per un giorno a sognare ad occhi aperti un futuro tutto da costruire dopo la pandemia legata al coronavirus.
Purtroppo l’ho saputo troppo tardi ma questo è il contributo che avrei dato. Lo affido ai lettori de Lo Spessore nei confronti dei quali ho sempre sentito il dovere di scrivere in nome di un sano seppur crudo realismo che manterrò anche in seguito. Tuttavia, una volta tanto, aderisco a quanto scrisse l’ex First Lady americana Eleanor Roosevelt: “il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni”. E, molti secoli prima, non ha forse scritto William Shakespeare ne La Tempesta che “Siamo fatti della stessa natura dei sogni”?
La Sicilia che verrà sarà bellissima e non solo la frase di un grande uomo e servitore dello Stato del cui plagio occorrerebbe vergognarsi. Vi fiorirà la speranza e da tutto il mondo salirà il rimpianto di non esservi nati. Tutti coloro che amano ciò che è unico e irripetibile faranno a gara per conoscerla anche a distanza.
Vi manderanno i propri figli a comprendere le radici del mondo, a scoprire che la natura, la storia, l’arte sono la sintesi della vita e generano la cultura. Vi trasferiranno i propri anziani perché l’aria profumata del “luogo dove fioriscono i limoni” restituirà nuova gioia di vivere a chi sembra non avervi più diritto.
La Sicilia sarà il nuovo modello dell’Europa per la qualità della vita urbana nei piccoli e nei grandi centri e vi cresceranno tantissimi bambini messi al mondo da coppie giovanissime, serene e fiduciose nel futuro.
Gli orribili paesi, lunari incubi incompiuti, saranno rasi al suolo e ricostruiti nel rispetto del paesaggio e della bellezza del territorio e sarà vietata ogni forma di inquinamento acustico, ambientale, estetico. Nelle grandi città si circolerà esclusivamente con mezzi pubblici elettrici e ogni forma di pubblicità sarà bandita dai muri e confinata nel web. Tutti gli edifici di pregio, i musei, le gallerie d’arte, gli impianti sportivi saranno circondati da un’area di rispetto ampia almeno 50 metri e coltivata a prato. Torneranno a scorrere i fiumi interrati, i torrenti soffocati, le fiumare cementificate in questi anni.
Ovunque saranno piantati alberi e piante e vista dall’alto dell’Etna, la Sicilia sarà un paradiso verde.
L’intero territorio sarà dichiarato “zona de-industrializzata” e saranno cacciate tutte le Compagnie che hanno provocato danni ambientali negli ultimi 50 anni. Con gli ingenti risarcimenti ottenuti in sede internazionale si finanzierà la bonifica di quanto fu danneggiato.
Non vi saranno più rifiuti perché la percentuale di riciclaggio sarà totale e la minore produzione di scarti domestici sarà uno dei parametri per il prelievo fiscale. Tutti i contenitori di vetro, alluminio, plastica saranno “vuoto a rendere” attraverso il conferimento presso punti di raccolta automatici che, sulla base del peso registrato, corrisponderanno il rimborso.
I trasporti regionali ruoteranno su tre principali vettori: treni a rapida percorrenza, voli intercomunali e, poiché tutta l’Isola è – in quanto tale – circondata dal mare, sarà possibile raggiungere ogni città con overcraft a propulsione idrica. Le squallide autostrade saranno in parte convertite in piste aeree e – specie dove deturpano il paesaggio – demolite.
L’attuale articolazione amministrativa sarà presto dimenticata. Tre grandi aree territoriali ripristineranno le tre Valli – Demone, Mazara e Noto – che saranno rappresentate in un’unica assemblea legislativa a statuto speciale con il potenziamento di ogni sovranità relativa alle scelte delle politiche fiscali, dello sviluppo locale e dei rapporti con le altre macro regioni in cui sarà organizzata l’Unione Europea.
I siciliani potranno circolare e operare in tutto il bacino del Mediterraneo, per millenario diritto, in regime di reciprocità con tutti coloro che vivono sulle sponde del mare di cui, più di ogni altro, il mondo è debitore.
Per la specifica posizione geografica la Sicilia sarà il nuovo epicentro religioso del mondo occidentale. Vi avrà sede la Conferenza Permanente delle Religioni Monoteiste e il Dialogo tra le Culture e nelle Università verranno studiati il pensiero cristiano, quello musulmano e quello ebraico ritenuti fonti straordinariamente funzionali alla creatività, all’innovazione e allo sviluppo dei processi cognitivi.
La Sicilia avrà un inedito Museo del Riscatto. Avrà la propria sede dove Euno nel 139 a. C. guidò la rivolta degli schiavi e in esso saranno raccolti gli atti, le immagini e gli ologrammi di quanti hanno governato l’Isola dall’ Unità d’Italia in poi. Sarà l’unico luogo in cui quei nomi, cancellati da strade e da documenti ufficiali, saranno riportati. Le scolaresche vi andranno in visita e gli studenti delle Università saranno tenuti a studiarne gli errori e le malversazioni che ne avranno per sempre dannato la memoria. Non sarà facile per i discendenti portarne il cognome e ad essi sarà consentito di modificarlo.
A Palazzo dei Normanni, restituito alla Cultura, avrà sede il Dottorato Internazionale per l’Amministrazione del Bene Comune. Ogni anno sarà assegnato un premio speciale al miglior amministratore europeo. Il premio sarà intitolato a Leonardo Sciascia e consisterà in un bozzetto raffigurante il leggendario Colapesce che sostiene le colonne su cui, secondo il mito, poggia la Sicilia.
I governanti saranno sempre scelti dal popolo ma ammessi nelle liste elettorali solo dopo aver superato un esame rigoroso condotto da un team internazionale di esperti non siciliani, i cui membri saranno nominati dalla Corte d’Appello da un elenco nazionale, che ne attesteranno e certificheranno il curriculum in termini di competenza, esperienza e ottenimento di risultati in altri campi. Un ulteriore valore aggiuntivo sarà dato, soltanto dopo, all’esperienza alla guida di organizzazioni di volontariato. La loro retribuzione sarà commisurata alla media dei redditi conseguiti dai medesimo nei precedenti cinque anni. Dureranno in carica un solo mandato e ciascuno avrà l’obbligo di fare da mentore ad almeno due giovani promettenti, già inseriti in un’attività lavorativa da almeno tre anni.
Il termine “mafia” designerà una nuova specie di zagara (citrum arantium) creata nell’Orto Botanico di Palermo ed esportata in tutto il mondo tra le essenze più profumate conosciute nel settore. I proventi del brevetto saranno impiegati per sostenere le organizzazioni che nel mondo combatteranno ancora tale fenomeno, scomparso ormai in Sicilia, nei propri Paesi.
La Sicilia che verrà sarà bellissima ed io la vedrò, la vedranno i miei figli ed i miei nipoti che ci torneranno in vacanza e, nelle soleggiate mattine di novembre come i bambini del tempo della mia infanzia, seduto sul marmo tiepido delle tombe la racconterò a quanti hanno sacrificato la propria vita perché un giorno tutto ciò divenisse realtà.
«Se l’ombre nostre v’han dato offesa, voi fate conto v’abbian colto queste visioni, così a sorpresa mentre eravate in preda al sonno. In lieve sonno sopiti ed era ogni visione vaga chimera. Non ci dovete rimproverare se vana e sciocca sembrò la storia, ne andrà dissolta ogni memoria, come di nebbia se il sole appare.
Se ci accordate vostra clemenza, gentile pubblico, faremo ammenda.
E com’è vero che io son folletto onesto e semplice, sincero e schietto, se pur ho colpe non mai ho avuto lingua di serpe falsa e forcuta. Pago l’ammenda senza ritardo, o mi direte che son bugiardo.
Ora vi auguro sogni felici, se sia ben vero che siam amici, e ad un applauso tutti vi esorto poiché ho promesso che ad ogni torto a voi usato per insipienza, gentile pubblico, faremo ammenda.»
(Dal monologo finale di Puck in “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare)