Riconosciuto dal Parlamento Europeo, il 17 novembre si celebra il “World Prematury Day” ovvero la Giornata Mondiale dei Premauturi.
Piazze, monumenti, palazzi e fontane di molte città italiane si tingono di viola per ricordare questo importante evento.
La ricorrenza annuale richiama nello specifico temi riguardanti il prematuro il cui travaglio è inserito nella fascia di gestazione tra le 23esima e la 35esima settimana mentre la gestazione del neonato considerato “a termine” si sviluppa tra la 37esima e la 42esima settimana completa.
I problemi a cui va incontro un neonato pretermine non si fermano solamente alla concreta possibilità di un cattivo o carente sviluppo di organi che possono compromettere l’adattamento stesso alla vita extra-uterina, ma possono infliggere un serio rischio di mortalità già nel corso del primo anno di vita in una percentuale altamente maggiore rispetto un nascituro a termine.
Per approfondire, la “Respiratory Distress Sindrome” comunemente chiamata RDS risulta essere una pericolosa e spesso fatale malattia respiratoria purtroppo molto comune nei prematuri con polmoni non ancora in grado di produrre il surfattante detto SRF, sostanza necessaria e fondamentale per la respirazione.
Il neonato prematuro gode di diritti al contatto con la propria famiglia soprattutto nei primi due anni maggiormente a rischio di vita, e il Senato Italiano ha redatto la “Carta dei Diritti del bambino nato prematuro” che recita: “Il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito. A tal fine nel percorso assistenziale deve essere sostenuta la presenza attiva del genitore accanto al bambino, evitando ogni dispersione tra i componenti il nucleo familiare. Ogni famiglia di neonato prematuro ha il diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni anche attraverso la collaborazione tra Istituzioni ed Enti appartenenti al Terzo Settore”.
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