Ne parliamo con l’arch. Daniela Lima
La legge che ha introdotto i Contratti di Fiume è operativa ormai da cinque anni. Eppure questo strumento di approccio bottom up (tanto amato dalla Commissione Europea alcuni decenni fa) non ha ancora avuto il successo che hanno avuto altri strumenti (si pensi ai Patti territoriali). Ne abbiamo parlato con l’arch. Daniela Lima, coordinatore della Segreteria Tecnica del Contratto di Fiume e di costa Eleuterio.
Buongiorno, architetto Lima. Di Contratti di Fiume si parla ormai da diversi anni. Eppure, qui in Sicilia, specie nella Sicilia occidentale sono quasi sconosciuti alla gran parte della popolazione. Come mai?
La legge che istituisce i contratti di fiume è relativamente recente, del dicembre 2015: è stata introdotta all’interno del Testo Unico Ambientale 152/2006 la opportunità di attivare uno strumento di pianificazione a livello di bacino per la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico. Niente di nuovo, apparentemente: la novità consiste in una pianificazione strategica e negoziata volontaria, che comporta per la prima volta non solo la partecipazione ma anche la responsabilità nell’attuazione dei soggetti invitati a processo. La stessa Regione Siciliana ne ha colto l’importanza, proponendoli nel 2018 quali strumenti di attuazione del Piano di Gestione Acque e del Piano di Gestione Alluvioni. Dal 2014, il COPE Teramo oggi Contratti di Fiume Sud ha svolto una intensa attività di informazione in Sicilia presso gli Enti Comunali, ma ovviamente raggiungere la gran parte della popolazione è compito molto più complesso e lungo.
Uno di questi è il Contratto di Fiume e di Costa Eleuterio. Quali sono i Comuni aderenti?
Il giorno 15/03/2018 i comuni di Bagheria (capofila), Ficarazzi, Misilmeri, Marineo, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Godrano, Santa Cristina Gela, Piana degli Albanesi hanno stipulato un impegno reciproco per lo studio ambientale della valle del fiume Eleutero, con l’obiettivo di pervenire entro due anni alla stipula di un contratto fra le parti che prevedesse azioni concrete per il superamento dell’inquinamento delle acque del fiume ed il rischio idrogeologico che affligge il territorio.
Il fiume Eleuterio attraversa 12 Comuni. Come mai solo 9 hanno aderito?
La peculiarità di tale strumento è la volontà alla partecipazione negoziata. Gli altri Comuni non hanno ritenuto opportuno attivare tale strumento di pianificazione.
Naturalmente, come spesso avviene, non sono solo le amministrazioni comunali a far parte dei Contratti di Fiume e di Costa: ci sono molti altri soggetti, sia privati che pubblici…
Nei Contratti di Fiume e di Costa la programmazione strategica non è compiuta solo dai Comuni aderenti, ma viene negoziata da tutti i soggetti disponibili a utilizzare a tale strumento. I privati, riuniti in forma associativa o datoriale, si sono organizzati in una assemblea permanente che hanno chiamato FORUM e che ha duramente lavorato per fornire proposte di azioni risolutive per il superamento delle criticità. Tali proposte sono state trasmesse e difese dal loro rappresentante nella segreteria tecnica del Contratto di Fiume e di Costa Eleuterio costituita dopo la firma dell’atto di intesa del 15/08/2018. Tra i numerosi inviti formulati, hanno aderito con entusiasmo l’AMAP spa, l’ARPA Sicilia, ed il Centro Funzionale Decentrato Multirischio Integrato Regione Sicilia. Contributo fondamentale è stato dato degli Ordini professionali dei Chimici e dei Fisici, Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Geologi, Ingegneri, Biologi, che hanno studiato con soluzioni risolutive le criticità ambientali emerse durante i lavori della segreteria tecnica.
Che ruolo svolge l’ANCI Sicilia nella gestione dei Contratti di Fiume e di Costa?
L’art.55 del Testo Unico Ambientale 152/2006 dispone che l’ANCI contribuisca allo svolgimento dell’attività conoscitiva volta ad assicurare la tutela ed il risanamento del suolo e del sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione mediante apposito proprio capitolo di spesa.
Non mi risulta che l’ANCI Sicilia sia attiva in merito a quanto disposto dall’art. 68bis del DLgs.152/2006.
A che punto sono i lavori del Contratto di Fiume e di Costa Eleuterio? E quali sono le criticità individuate dal Tavolo tecnico di cui Lei fa parte?
Il lavoro è durato due anni e sono state necessarie 25 riunioni, svolte presso le sedi dei Comuni aderenti per arrivare ad una sintesi condivisa. È stato un lavoro molto interessante, perché ciascuna criticità ambientale è stata affrontata in forma interdisciplinare, valutando i punti di vista del privato e quello della pubblica amministrazione. Tale attività è stata interamente pubblicata online nel blog istituzionale http://contrattodifiumecostaeleuterio.blogspot.com/
La segreteria tecnica del CdFC Eleuterio ha preparato un Rapporto Indagine Conoscitiva sullo Stato dell’Ambiente del fiume Eleuterio e di tutta la valle che ha denominato “Documento per la pubblica informazione” contenente gli obiettivi del piano e le 123 azioni strumentali e non strumentali per superare lo stato di crisi del fiume; in data 15/07/2020 ha trasmesso ai Comuni aderenti affinché i consigli comunali prendessero atto del nostro lavoro svolto.
Ad oggi, ad eccezione del consiglio Comunale di Bolognetta che ha preso atto all’unanimità del nostro lavoro, nessun Comune ha riscontrato la nostra istanza.
Non pensa sia strano che non uno, ma ben otto Comuni abbiano deciso di non fare nulla? Al punto di non rispondere nemmeno alle note che come Tavolo tecnico (di cui – è bene ricordarlo – fanno parte anche i tecnici dei singoli Comuni) avete inviato?
Dobbiamo tenere presente l’eccezionalità dell’anno appena passato, che ha visto tutti i territori impegnati in una lotta sanitaria senza precedenti. Tutto il mondo scientifico ha denunciato la stretta connessione tra inquinamento e l’emergenza sanitaria che stiamo drammaticamente vivendo, e noi siamo convinti che le azioni proposte dalla segreteria tecnica del CdFC Eleuterio possano dare un vero contributo a tale emergenza. Auspichiamo che i Comuni aderenti vogliano prendere atto delle opportunità che abbiamo proposto nel documento a loro trasmesso.
Nel documento si parla di presenza di rischio reale di contaminazione da salmonella nelle acque del fiume. Le autorità competenti sono state avvisate? E cosa hanno fatto per avvertire la popolazione? E come mai di questa presenza non vi è traccia nel rapporto dell’ARPA Sicilia del 2018 (dal quale, al contrario, sembrerebbe che l’Eleuterio è uno dei bacini idrici siciliani in condizioni migliori sotto il profilo della qualità delle acque?
Nell’ambito del monitoraggio ambientale sulle acque superficiali destinate alla potabilizzazione, l’ARPA Sicilia nel 2019 e 2020 ha rilevato continua presenza di salmonella in un loro punto di prelievo a monte del fiume, in località Val di Conti e di ciò ne ha dato sempre comunicazione alla ASP di Palermo, all’AMAP ente gestore acque ed ai comuni interessati. Anche la segreteria tecnica del CdFC Eleuterio, che ha funzione di supportare gli enti firmatari nella fase di avvio del processo di sviluppo sostenibile locale attivandosi a veicolare informazioni anche su eventuali criticità segnalate durante il corso dei lavori, ha più volte sollecitato i Sindaci dei comuni aderenti al Contratto di Fiume e di Costa Eleuterio alla loro diretta responsabilità in materia di salute pubblica ai sensi dell’art.54 TUEL 267/2000 per l’avvio di procedimento per superare la criticità in argomento più volte segnalata dall’ARPA Sicilia.
L’attività di monitoraggio dell’ARPA in merito sarà certamente presente nel prossimo rapporto in fase di pubblicazione.
In conclusione, quale è la sua opinione sull’esperienza del Contratto di Fiume e di Costa Eleuterio?
L’art. 68bis del DLgs.152/2006 enuncia espressamente che i Contratti di Fiume contribuiscono allo sviluppo locale delle aree che investono in tale strumento di pianificazione. Le numerose riunioni hanno offerto a tutti i componenti la possibilità di riflettere sul fatto che non può esistere sviluppo socio-economico della costa senza pensare all’intero bacino della Valle dell’Eleuterio e che occorrerebbe superare con il dialogo costruttivo le criticità che da tempo hanno creato contrasti, anche aspri, fra i territori a monte e a valle del fiume. Forse occorrerebbe richiamare il D.A. n. 407/GAB del 31 ottobre 2017, che prevede compiti ruoli e funzioni dell’organizzazione della Regione Siciliana, mai attivati.
Un lavoro lungo ed impegnativo, ma che a nostro avviso sarebbe da percorrere, se si ha a cuore il futuro dei territori.