Esistono davvero persone senza scrupoli che non si fermano davanti alla morte di un piccolo angioletto innocente. I genitori che hanno vissuto questo strazio si sono ritrovati a dover difendere il ricordo della figlia da delinquenti
Sono giorni duri per chi, come me, analizza e studia le potenzialità e le derive del web. Continuiamo a piangere in tutto il mondo bambini e ragazze vittime di violenza e prevaricazione, di istigazioni al suicidio che viaggiano sulla rete.
Ho espresso in queste ultime ore quanto la società, oltre che inseguire la cronaca debba lavorare molto sull’educazione ai sentimenti e all’uso consapevole delle nuove tecnologie. Questo non servirà a fermare i delinquenti, gli sciacalli, i banditi, i truffatori ma potrà servire a far aprire gli occhi a quanti provano a fare un bel gesto e si ritrovano a loro insaputa coinvolti in raccolte fondi false. Su questo oggi scrivo perché ho provato grande pensa per una storia assurda. In verità una delle tante in cui mi sono imbattuto in questi giorni.
Ho letto, negli ultimi anni, diversi casi di raccolte fondi inverosimili che avevano davvero dell’incredibile ma quella denunciata negli ultimi giorni è, senza alcun dubbio, la peggiore e la più meschina. Diversi portali web si sono occupati di questa storia per denunciare quello che sta avvenendo e far presente agli utenti della rete che non devono donare assolutamente nulla senza avere certezza dell’identità dei destinatari.
Accade che dei balordi decidono di sfruttare la foto della piccola Elisa, morta di leucemia a 6 anni, per una raccolta fondi farlocca.
Il papà della bambina ha subito segnalato il gesto illecito: “Stanno cercando di usare l’immagine della mia cara Elisa”. La bimba di Pordenone, deceduta a causa di una terribile leucemia, ha combattuto una battaglia che non è riuscita a vincere. E la sua memoria non merita di essere offesa in questo modo.
Il padre Fabio Pardini, su Facebook, ha scritto: “Fate attenzione, non donate soldi a queste persone!! Mi farebbe piacere se poteste condividere questo post!! Grazie mille di cuore. Stanno cercando di usare l’immagine della mia cara Elisa, deceduta lo scorso anno causa leucemia, per trarne profitti illeciti. Vi chiedo la massima condivisione per cercare di fermare questo scempio“.
Inoltre, ha postato le immagini sulla pagina “Pardini Fabio Per Elisa” che dimostrano chiaramente la truffa. Il genitore si rivolgerà alle autorità giudiziarie, affinché scoprano i responsabili e, su Facebook, ha ringraziato quanti lo hanno appoggiato: “Volevo permettermi di ringraziare tutte le persone che ancora una volta sono state solidali con noi per l’increscioso fatto“.
Io ricordo bene la storia di Elisa balzata agli onori della cronaca nazionale. In tanti abbiamo seguito la lotta contro il male che la stava logorando, abbiamo pregato per lei e abbiamo sperato che potesse farcela. Il primo trapianto, nel 2018, non ebbe esito positivo, forse per l’aggressività della malattia. In seguito il padre aveva annunciato su Facebook che Elisa aveva ricevuto un nuovo trapianto di midollo osseo.
I genitori di Elisa hanno condiviso la loro storia su Facebook e questo li ha aiutati moltissimo, perché tantissimi utenti li hanno sostenuti e confortati nei momenti più complicati. Un calvario durato diversi anni fatto di dolore e sofferenza infinita. La bimba prima di affrontare il primo trapianto era stata sottoposta ad una durissima chemioterapia. Dopo sei mesi, dal primo trapianto, la malattia si è ripresentata ancora una volta. Il secondo trapianto è avvenuto dopo un anno e mezzo per garantire una corretta preparazione alla piccola.
Penso che eventi del genere debbano farci riflettere sulla piega che sta prendendo la nostra società. Esistono davvero persone senza scrupoli che non si fermano davanti alla morte di un piccolo angioletto innocente. I genitori che hanno vissuto questo strazio si sono ritrovati a dover difendere il ricordo della figlia da delinquenti. Prima di compiere qualsiasi gesto bisogna immedesimarsi nelle situazioni e cercare di comprendere i drammi che distruggono le famiglie, perché la malattia non la cerchi arriva quando non te lo aspetti e può colpire chiunque.
Voglio citare un incontro di Papa Francesco, a Santa Marta, con un gruppo di bambini gravemente malati accompagnati dai loro genitori e da alcuni volontari e responsabili dell’Unitalsi. Con loro ha toccato il tema della sofferenza e ha detto: “Non abbiate paura di chiedere a Dio perché” e ha aggiunto: “In un mondo dove è tanto quotidiano vivere la cultura dello scarto, quello che non va bene si scarta, voi siete eroi della vita”.
Chissà quante volte i genitori di Elisa si sono chiesti il perché della loro tragedia senza trovare una risposta, purtroppo ci sono domande che non troveranno mai alcuna risposta.
Elisa ha lottato come tutti gli altri bambini che quotidianamente non si arrendono per continuare a vivere. Eroi ed eroine che insegnano tanto a noi adulti, perché siamo incapaci di guardare con i loro stessi occhi, con la loro stessa anima e con la loro stessa innocenza.
A quelli che hanno cercato di approfittarsi di questa tremenda circostanza dedico un pensiero di Romano Battaglia: “Non c’è alcun fiore, in nessun giardino del mondo, bello come un bambino seduto sulle ginocchia della madre. Nel cielo ci sono stelle splendenti, sul fondo dei mari perle meravigliose, ma la bellezza del mondo è nel sorriso dei bambini”. Elisa sorrideva alla vita e nessuno ha il diritto di sporcare quel sorriso.