Con la fine della fase acuta dell’emergenza sanitaria, le organizzazioni di produttori e gli imprenditori del mondo degli agrumi hanno sfornato dati, informazioni e analisi sull’attualità del mercato degli agrumi in Italia.
Le restrizioni alla mobilità nella primavera 2020 avevano mostrato tendenze all’accumulo da parte dei consumatori, timorosi di restare senza sufficienti scorte alimentari e il cambiamento di questo trend, già intravisto nell’autunno 2020, è stato purtroppo confermato durante la stagione invernale e nella successiva primavera. Nel corso degli ultimi mesi, sono state evidenziate significative differenze soprattutto analizzando i comportamenti dei consumatori. La minore frequenza di acquisto, bilanciata dall’incremento della battuta media degli scontrini, il deciso aumento di quota di mercato da parte di negozi di prossimità, e-commerce e discount, a discapito di ipermercati e mercati rionali e l’ulteriore incremento nella preferenza di prodotti di stagione, di origine italiana, possibilmente biologici e con una più marcata attenzione a packaging green riciclabili rappresentano degli esempi concreti del mercato dell’attualità.
Nel corso del 2020, tra le referenze agrumicole, le arance sono state sicuramente il prodotto che più ha beneficiato in volume e valore della emergenza sanitaria. Queste tendenze eccezionali hanno visto drastici rallentamenti già in autunno, disattendendo gli auspici dei produttori del Mediterraneo con pesanti conseguenze sul piano economico. Sul fronte nazionale, la campagna 2021 ha fatto registrare un forte incremento in volume (15%), nonché una stagione dall’arco temporale decisamente più lungo, soprattutto con riguardo alle varietà a polpa rossa.
Per valutare l’andamento dell’ultima stagione, tutti i principali prodotti, come arance, limoni e clementine, hanno fatto registrare una offerta abbondante che ha riportato i prezzi all’origine ai livelli del 2018/19 precedenti alla pandemia. Sul mercato pesano le ultime arance provenienti dall’Egitto e dalla Spagna e i prossimi arrivi di arance dal Sudafrica. La maggiore offerta di piccoli agrumi ha determinato l’aumento del 6% degli acquisti nel confronto con la scorsa annata, anche se rispetto al dato medio degli ultimi anni si registra una flessione del 4%. In lieve crescita risultano le vendite di agrumi confezionati, che sono ammontate a 268 milioni di kg grazie all’aumento del 15% registrato dai piccoli agrumi. Interessante è l’analisi sul mercato del lime.
La riapertura generalizzata in tutta Europa del canale Ho.Re.Ca, della ristorazione e il clima sono stati una combinazione perfetta per il mercato dei lime. I lime vengono inviati prevalentemente al settore alberghiero e della ristorazione e la crescita del settore è positiva. La domanda è molto buona, ribadiscono gli importatori che, allo stesso tempo, dichiarano di essere sorpresi dal livello crescente dei prezzi. Sul fronte del commercio internazionale, l’Italia ha perso quote di mercato in esportazione soprattutto per i piccoli agrumi. Il 70% dei prodotti agrumicoli importati sono stati acquistati dalla Spagna, seguita dal Sud Africa che ha raddoppiato i volumi in un anno portando la sua quota al 7%. Inoltre, come evidenziato dal webinar “Gruppo di Contatto Agrumi”, promosso dal portale “ItaliaFruit.com”, il tema della sostenibilità delle produzioni di agrumi è centrale per le aziende agricole italiane.
Estremante indicativo è stato il tavolo di lavoro dedicato a “Life Vida for Citrus”, un progetto europeo sviluppato con la finalità di proteggere il settore degli agrumi producendo piante resistenti alle malattie. Un progetto molto interessante nato con l’idea di implementare pratiche culturali ecologiche che limitino lo sviluppo del vettore che trasmette la Huanlongbing, rinverdimento degli agrumi, e contribuiscano a ridurre l’impronta di carbonio e il cambiamento climatico. Il progetto mira anche a sviluppare uno strumento per il rilevamento in tempi brevi della malattia, in modo da facilitarne notevolmente il controllo.